Ok alla Via per il ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente
Fra le 11 prescrizioni imposte da Mite e Mic anche una relativa alle aree di cantiere. Respinta la sospensiva di Acciaierie d’Italia contro gli espropri di Adsp per i lavori di viabilità portuale
Il Ministero della Transizione Ecologica e il Ministero della Cultura hanno espresso parere positivo di compatibilità ambientale per il progetto cosiddetto del ribaltamento a mare dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente presentato dall’Autorità di Sistema Portuale di Genova.
Si tratta come noto della seconda porzione di un’opera da quasi 700 milioni di euro, portata avanti col Comune di Genova, per la quale l’Adsp è in fase di aggiudicazione dell’appalto integrato per la progettazione esecutiva, definitiva e l’esecuzione dei lavori, per la quale preliminarmente è stata individuata una cordata composta da Consorzio Stabile Grandi Lavori insieme a Rcm Costruzioni, Fincosit, Trevi, Consorzio Integra e Gs Edil con i progettisti Technital, Proger, Ingegneria Especializada Obra Civil e Industrial, Acciona Ingegneria, Sjs Engineeering e Duomi).
Il parere positivo è stato però condizionato all’ottemperanza a tre prescrizioni dettate dal Ministero della Cultura e ad otto delineate da quello della Transizione Ecologica. Tali indicazioni attengono a tutte le fasi (progettazione, ante operam, in corso d’opera, post operam) e a svariati ambiti dell’appalto (fino a imporre “una diversa scelta progettuale” in merito al “nuovo tratto terminale del Torrente Cantarena” in ragione del “rischio idraulico molto elevato”), ma una delle criticità più acute (almeno in termini di spazi che l’istruttoria del Mite vi dedica) è quella relativa alla “cantierizzazione”.
L’analisi del Ministero, infatti, mette in luce come dalla progettazione di fattibilità tecnico economica emerga la complessità dell’organizzazione delle aree di cantiere (quelle cioè deputate a ospitare mezzi, materiali, lavorazioni parziali e materiali di risulta), con la previsione della realizzazione modulare e progressiva di spazi provvisori, oltre ad un campo base, per un totale di oltre 22mila mq.
Non a caso, come risulta dall’aggiudicazione preliminare dell’appalto integrato per progettazione definitiva, esecutiva e lavori, una delle motivazioni di essa attiene proprio alla “messa a disposizione (da parte del summenzionato Consorzio, ndr) di n.2 aree private all’interno del Porto di Genova (Ponte San Giorgio e Ponte Ex Idroscalo), con disponibilità esclusiva, per tutta la durata dell’appalto”. Al netto del fatto che l’Adsp ancora non ha spiegato se si tratti, nel caso di San Giorgio, di aree in concessione assentite a un terminalista recentemente prorogato (Trge) e, nel caso di Idroscalo, di aree assentite in concessione (a Spinelli) quando già esisteva il problema del cantiere del ribaltamento, i problemi di cantierizzazione parrebbero infatti risolti alla radice, tanto da valere ‘un punto’ in chiave di aggiudicazione dell’appalto.
Intanto un altro problema relativo al terzo (per dimensione) appalto del programma straordinario delle opere dell’Adsp – quello aggiudicato più di due anni fa (per 141 milioni di euro a Pizzarotti), ma partito solo da poche settimane e intitolato “Interventi stradali prioritari nel bacino storico di Genova” – si è almeno per il momento sgonfiato. Il Tar della Liguria, infatti, ha respinto con un’ordinanza l’istanza di sospensiva avanzata da Acciaierie d’Italia contro i decreti di esproprio temporaneo di alcune sue aree (4.300 mq) necessarie ai cantieri. In attesa del merito (22 aprile), via agli espropri e ai lavori.
A.M.
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