S’inasprisce il contenzioso tra AdSP Genova e Acciaierie d’Italia
L’ex Ilva si rivolge al Consiglio di Stato per contestare l’esproprio temporaneo di aree funzionali ai lavori di viabilità portuale. Il responsabile del Piano Straordinario Montevecchi intanto si dimette
Il primo round è andato all’Autorità di Sistema Portuale di Genova, ma Acciaierie d’Italia, l’erede dell’ex Ilva che gestisce l’acciaieria di Cornigliano, a Genova, non è affatto intenzionata a mollare la presa.
La società contesta l’esproprio temporaneo che l’ente ha disposto per tre anni di 4.300 mq nella sua disponibilità, “al fine – si legge nelle carte del contenzioso – di consentire la cantierizzazione funzionale all’inizio dei lavori” relativi al progetto “Interventi stradali prioritari nel bacino storico di Genova” (realizzazione di un nuovo varco in sponda destra del Polcevera e relativo autoparco, prolungamento della sopraelevata portuale, nuovo varco in quota di Ponte Etiopia e riorganizzazione della viabilità di collegamento tra Varco S. Benigno e Calata Bettolo), aggiudicato nel dicembre 2019 a un consorzio guidato da Pizzarotti (per 141 milioni di euro) e non ancora partito.
Lo scorso 31 il Tar di Genova, pronunciandosi sulla richiesta di sospensiva degli atti impugnati, ha valutato, sulla base di quanto riferito dal direttore dei lavori, che “il danno grave e irreparabile paventato dalla ricorrente, consistente nella paralisi dell’attività produttiva derivante dall’interferenza tra l’occupazione delle aree e il transito da e verso l’impianto di Calcinara (una delle aree dello stabilimento, ndr), non pare configurarsi”. E ha quindi emesso un’ordinanza per respingere l’istanza e fissare la causa di merito al 22 aprile.
Acciaierie d’Italia non si è però data per vinta e, in ragione della asserita urgenza della querelle, ha sottoposto tale ordinanza al Consiglio di Stato. Per il quale non ricorrono le condizioni previste per la “emanazione di misure cautelari monocratiche”, dal momento che “il dedotto pregiudizio non appare infatti tale da divenire irreversibile nel breve termine intercorrente fino alla camera di consiglio”. Tale termine, però, sarà davvero breve, perché la Camera di Consiglio si riunirà fra 10 giorni esatti e potrà, “qualora ritenga di accogliere l’istanza cautelare, disporre le eventuali misure organizzatorie e ripristinatorie che dovesse ritenere opportune”.
Per capire se l’ennesimo intoppo relativo ad uno dei progetti più importanti (e più travagliati) del Piano Straordinario delle Opere sia scongiurato, occorrerà quindi all’Adsp attendere 10 giorni. L’ente dovrà però risolvere un altro problema relativo all’appalto in questione (e non solo).
Secondo quanto risulta a SHIPPING ITALY, infatti, proprio nel giorno in cui il Consiglio di Stato accoglieva l’istanza di sospensiva avanzata da Adsp fissando a settembre il merito della causa relativa alle modalità della sua assunzione, il Rup – responsabile unico del procedimento e dirigente dell’Adsp Marcos Montevecchi, si è dimesso. “Impregiudicata ogni valutazione sui motivi dell’appello proposto, nel bilanciamento degli opposti interessi, prevale ora quello dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure a dare continuità al Programma straordinario di interventi infrastrutturali” è la motivazione dei giudici, dal sapore beffardo per Adsp, che ora dovrà rimpiazzare Montevecchi non solo per il progetto della viabilità, ma anche nella sua veste di Rup (responsabile unico del procedimento) del programma straordinario di investimenti.
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