Guerrieri: “A Livorno rivoluzioniamo l’area Multipurpose ma nel rispetto del Prp”
Presentata ufficialmente riorganizzazione e ricollocazione del porto nuovo basate su rinuncia agli espropri e concertazione con terminalisti e operatori portuali
“Il termine ‘rivoluzione’ utilizzato da parte della stampa (cioè da SHIPPING ITALY, che ha anticipato la notizia alcuni giorni fa, ndr) è quanto mai appropriato, perché il procedimento avviato cambierà il volto di una parte importante di porto. Ma lo farà non in contrasto, bensì in attuazione del Piano Regolatore Portuale”.
Ad affermarlo è stato Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Livorno, che in una conferenza stampa ha illustrato la “Riorganizzazione e ottimizzazione degli spazi destinati alle attività portuali presso la Sponda Est della Darsena Toscana e correlata ipotesi di delocalizzazione degli operatori portuali interessati”, un procedimento che nell’arco di tre mesi si pone l’obiettivo di cambiare la collocazione di diversi terminalisti, “per attuare uno degli obiettivi basilari del Prp, l’assentimento a Porto Livorno 2000 dell’Alto Fondale, dove oggi lavorano operatori mercantili”.
Così, premesso che dopo un primo incontro estivo un altro si è svolto ieri, “con approvazione di massima da parte degli operatori alla planimetria abbozzata da AdSP”, Terminal Calata Orlando traslocherà parte su Molo Italia, parte su un’area retrostante il Varco Valessini, Cilp otterrà l’area di Paduletta e la radice di Sponda Est di Darsena Toscana (rispettivamente appena assentite per un semestre a Sintermar e Lorenzini), Lorenzini dovrebbe ottenere da Cilp spazi (privati) a monte di quelli oggi nella sua disponibilità in Darsena Toscana, mentre Sintermar ‘incasserà’ l’ex area Trinseo, su cui, dopo il suo acquisto, pendeva un contenzioso con l’AdSP, che vi vantava, con la precedente amministrazione, un vincolo preordinato all’esproprio.
Il punto di rottura col passato, infatti, sta proprio qui. Se, come sostengono Guerrieri e il segretario generale Matteo Paroli, “il provvedimento consta non in uno stravolgimento del Piano regolatore Portuale bensì in una serie di delocalizzazioni, compatibili con le funzioni delineate dal Prp stesso e volte a una migliore contestualizzazione dei terminal per omogeneità e contiguità delle rispettive aree (nel rispetto del presupposto della sostanziale equivalenza in termini di superfici)”, è pur vero (esplicitamente riportato nel provvedimento) che l’ente si è reso disponibile a rinunciare non solo alla prosecuzione dei contenziosi che diversi operatori avevano avviato (vittoriosamente in primo grado) contro l’attuazione del Prp declinata dalla precedente amministrazione, ma anche agli espropri che ne stavano alla base.
“Se l’uso che si fa delle aree private è corrispondente a quanto previsto dal Prp – ha spiegato al riguardo Guerrieri – è legittimo che l’Adsp non proceda con una procedura di espropri su cui non solo esistono dubbi giuridici ma che è anche molto onerosa, in un momento in cui peraltro l’ente è molto esposto sul fronte degli investimenti. È più nell’interesse pubblico indirizzare l’attività dei privati sul progetto unitario perseguito dal Prp piuttosto che perdere tempo nel coltivare contenziosi di incerto esito. Senza dimenticare che questo percorso non lede la possibilità per AdSP di ricorrere agli espropri, laddove si renda necessario, ad esempio per realizzare un binario”.
In ogni caso la procedura è appena iniziata, prevedendo 30 giorni per le osservazioni e altri 60 per eventuali rifiniture allo schema definito da Palazzo Rosciano. Nelle more l’ente non ha ancora rinunciato formalmente ai ricorsi istruiti innanzi il Consiglio di Stato.
A.M.
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