Cresce in Italia il Gnl ma è ancora limitato il consumo per le navi
Il rapporto “SSLNG WATCH 2021” ricorda gli ultimi depositi portuali entrati in funzione e gli appena 14.000 mc riforniti nel solo porto di La Spezia
Nonostante la brusca frenata di fine anno crescono i consumi di metano liquido per i trasporti, le industrie e le reti isolate, la nuova filiera industriale che già aveva ben resistito alla crisi pandemica del 2020. Lo dice la quinta edizione del rapporto “SSLNG WATCH 2021” realizzato da Mbs Consulting SpA, società diretta e coordinata da Cerved Group.
“La richiesta di GNL per gli usi diretti ha superato nel 2021 circa 180 mila tonnellate, con un aumento del 43% rispetto al 2020, anno condizionato dal rallentamento economico dovuto alle quarantene per il Covid, ma che comunque registrò un saldo positivo anche se minimo. Fino all’inizio dell’autunno il settore è stato capace di recuperare il gap con ulteriori nuovi investimenti infrastrutturali. L’attuale rallentamento dovrebbe, quindi, essere recuperato quando i prezzi europei del gas naturale scenderanno, come previsto a fine inverno” si legge in una nota.
In Italia nel complesso sono più di 220 gli impianti di Gnl di piccola taglia (più 64%) esistenti, con la parte più consistente ancora rappresentata dalle stazioni di servizio, 133 a fine 2021, di cui 12 che erogano solo L-Gnc alle auto e tutte le altre che servono anche i camion. Questi ultimi sono circa 4.000 gli immatricolati in Italia cui se ne sommano circa 500 circolanti nel Paese immatricolati all’estero. Il rapporto elenca e localizza ogni singolo impianto stradale, industriale o al servizio di reti cittadine isolate.
La principale novità dell’anno è l’entrata in servizio dei primi due depositi costieri di Gnl nel Mediterraneo dedicati agli usi diretti: a maggio l’impianto Higas da 9.000 mc nel porto di Santa Giusta-Oristano e a ottobre l’impianto di Depositi Italiani Gnl (Dig) da 20.000 mc nel porto di Ravenna.
Nei pochi mesi di attività i due impianti hanno già erogato circa 20.000 mc di Gnl in precedenza approvvigionati dai rigassificatori di Marsiglia e trasportati in Italia con autobotti. Higas (80% Avenir, 10% ciascuna Gas and Heat e Cpl Concordia) ha permesso la metanizzazione in Sardegna di oltre 50 cittadine; Dig (PIR 51%, Edison 39%, Enagas 19%) da Ravenna favorirà, in particolare, lo sviluppo della rete stradale soprattutto nel Mezzogiorno, dove oggi sono presenti solo il 12% degli impianti italiani.
Entrambi i depositi sono dotati di una nave cisterna dedicata per rifornimenti presso i sei terminali disponibili nel Mediterraneo, cui si aggiungerà presto l’Olt Offshore al largo di Livorno, o in altri impianti extra mediterranei. In Italia sono ancora limitati i consumi per le navi, circa 14.000 mc riforniti nel 2012 nel solo porto di La Spezia.
Recensita nel Rapporto anche la decina di nuove navi che arriveranno sulle rotte italiane nei prossimi anni, e che potranno essere rifornite truck to ship o ship to ship anche in altri porti nazionali utilizzando le normative tecniche deliberate dai Vigili del Fuoco lo scorso luglio.
Importante la crescita delle industrie isolate che hanno deciso di passare al Gnl lasciando i derivati petroliferi, oggi 42, con un aumento di circa il 30% sul 2020. Sono già 5 gli impianti che producono bioGnl recensiti nel Rapporto, con una capacità complessiva di oltre 17.000 mc; prevista una forte crescita quest’anno e nei prossimi grazie alla decina di nuovi impianti in costruzione per una capacità complessiva di circa 90.000 mc.
Secondo Mbs Consulting le prospettive del settore non sono in discussione, anche se il 2022 si è aperto con una situazione difficile. La perdita di competitività del Gnl rispetto ai prodotti petroliferi è destinata a continuare nei prossimi mesi con una probabile riduzione della domanda e un minor uso delle infrastrutture. La loro disponibilità dovrebbe però permettere un rapido recupero o contenimento in corso d’anno.
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