Perplessità della Corte dei Conti sull’azione di risanamento di AdSP Civitavecchia
Musolino replica ai rilievi della magistratura contabile che mette in dubbio la sostenbilità dell’equilibrio finanziario dell’ente nel medio-lungo periodo
Malgrado l’annualità di riferimento sia il 2020, il report periodico appena pubblicato dalla Corte dei Conti, dedicato alla gestione finanziaria dell’Autorità di Sistema Portuale dei porti laziali, si è focalizzato sui provvedimenti adottati nel 2021 dalla nuova amministrazione (il presidente in carica Pino Musolino è stato nominato nel dicembre 2020) per far fronte alla traballante situazione di bilancio ereditata da quelle che l’hanno preceduta e aggravata dalla crisi dei traffici causa pandemia nel 2020 e 2021.
“Il consuntivo 2020 e il bilancio di previsione 2021 sono stati approvati soltanto nel mese di aprile 2021, a seguito dell’adozione da parte del Comitato di gestione di un ‘Piano di risanamento’ in cui sono state previste misure finalizzate al pareggio della situazione amministrativa 2020 e all’equilibrio finanziario del bilancio 2021. Il bilancio di previsione 2022 ha poi potuto essere approvato dal Comitato di gestione soltanto a seguito della approvazione in data 21 ottobre 2021 di una ulteriore ‘procedura di allerta e prevenzione della crisi – es. 2022’” riassumono nelle conclusioni i magistrati contabili, esprimendo perplessità sulla “irrituale procedura” intrapresa: “Sia il ‘Piano di risanamento’ che la successiva ‘Procedura di allerta’ sembrano finalizzati essenzialmente a scongiurare la mancata approvazione dei bilanci e, presentando rilevanti elementi di incertezza, non danno evidenza di una strategia organica di medio e lungo periodo che garantisca un equilibrio finanziario duraturo dell’Ente”.
Quanto al primo documento, nel capitolo di dettaglio la Corte evidenzia che il piano, “pur approvato nel 2021, ha modificato alcune poste dell’attivo e del passivo del bilancio 2020, in particolare quelle patrimoniali riducendo il fondo rischi e quelle finanziarie rettificando residui attivi e passivi”. Da tali azioni “emerge come la complessiva situazione di riassetto del consuntivo 2020, finalizzata al pareggio della situazione amministrativa e quindi all’approvazione del bilancio, presenti elementi di incertezza”. Fra essi in particolare, secondo il report, la gestione della cessione del credito verso Tirrenia e la sospensione dell’erogazione del premio di produttività ai dipendenti (dubbi nello specifico sulla previsione di coprire l’erogazione coi ristori del Dl Rilancio).
Non è tutto, come la Corte evidenzia passando alla ‘Procedura di allerta’, che l’AdSP laziale ha adottato per “scongiurare il pericolo di mancata approvazione del bilancio di previsione 2022”, evidenziando “le cause strutturali e congiunturali che hanno attivato gli indicatori di crisi”, sottolineando “uno squilibrio tendenziale per l’esercizio 2022 e ss. pari a euro 3.890.593” e indicando alcune misure per farvi fronte (incremento dei diritti di porto per 1,4 milioni di euro, incremento delle entrate da canoni del 3% a seguito di aggiornamento Istat per 4-500mila euro, riduzione della spesa di parte corrente di euro 2.000.000, per effetto della diminuzione del costo del personale, attraverso la sospensione dell’accordo di secondo livello”).
Per i magistrati però “tra le cause del disequilibrio del bilancio 2022, ci sono alcune misure oggetto del primo Piano di risanamento”. È il caso della rimodulazione dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti (che comporta “lo stanziamento di maggiori oneri per rimborso finanziamenti a medio e lungo termine, nella misura di 3.127.000 euro per quota interessi e 2.944.200 euro per quota capitale) e della “sospensione della contrattazione di secondo livello del personale”. Non solo, perché la port authority, adottando nell’ottobre 2021 la ‘Procedura di allerta’, indicava come necessaria l’autorizzazione del Mims “a operare prelievi dal proprio avanzo di amministrazione per rendere in equilibrio i bilanci di previsione dal 2022 al 2025”, autorizzazione che, secondo quanto riportava l’ente, sarebbe stata resa possibile da apposito emendamento alla Legge di Stabilità all’epoca in gestazione. Ma, scrivono i giudici, “Tale ultimo assunto non trova riscontro nella legge di bilancio per il 2022 (l. 30 dicembre 2021, n.234)”; l’emendamento cioè non è mai passato.
Detto che il report mette in luce altre problematiche (l’elevato costo del personale, il perdurante elevato valore del contenzioso – anche se le sentenze di due delle tre cause con Grandi Lavori Fincosit per oltre 260 milioni di euro totali sembrerebbero configurare il rischio di esborsi finali assai inferiori – eccessivo ricorso ad affidamenti diretti, criticità connesse alla legittimità della concessione di Port Mobility), il presidente Musolino ha replicato stigmatizzando dapprima il focus su atti successivi al 2020: “Appare singolare che il referto della Corte dei Conti relativo al 2020, anziché soffermarsi sulle cause e le responsabilità che proprio alla fine del 2020 hanno portato alla bocciatura del bilancio di previsione 2021 e al disavanzo poi registrato nel rendiconto dello stesso anno, si concentri sul piano di risanamento che l’attuale Amministrazione è stata costretta a porre in essere a salvaguardia dell’ente, a causa degli effetti della pandemia ma anche di altre criticità createsi già prima del Covid”.
Concetto ribadito dal numero uno dell’AdSP laziale anche nel difendere nel merito il proprio operato: “Il piano e le correlate azioni di risanamento, di cui io per primo avrei fatto volentieri a meno se avessi trovato un quadro differente e non emergenziale, sono certamente irrituali, ma ritengo che gran parte delle risposte a situazioni di autentica emergenza rivestano per loro natura carattere di straordinarietà. Credo sia però interessante leggere un rapporto sul 2020 che anziché soffermarsi su quanto avvenuto in quell’anno, passi direttamente a giudicare l’efficacia dei provvedimenti adottati nel 2021 per far fronte alla situazione determinatasi dalle scelte compiute dalla precedente Amministrazione l’anno precedente, oggetto del referto”. In conclusione Musolino aggiunge: “È sicuramente singolare che, in riferimento al 2020, venga chiamato a commentare sia il referto relativo a Venezia, come è giusto in quanto presidente in quel periodo, sia quello di Civitavecchia, dove il referto del 2020 viene a ricomprendere anche valutazioni relative al 2021.”
A.M.
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