Il porto di Venezia in risalita verso il prepandemia (-3,1%)
Il gap su petrolchimici, cereali e container è ancora ingente, ma prodotti metallurgici, cemento e general cargo addolciscono i numeri del 2021. Chioggia arranca
“Nel 2021 i porti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale recuperano traffici rispetto al primo anno segnato dalla pandemia. Lo scorso anno, il Porto di Venezia ha movimentato oltre 24milioni e 204mila tonnellate segnando un + 7,9% di volumi totali rispetto al 2020, con il settore commerciale a trainare la ripresa (+14,2%), mentre il Porto di Chioggia ha superato 1milione di tonnellate movimentate, segnando un aumento del 16,7% di volumi totali rispetto al 2020”.
Lo spiega una nota dell’ente che accompagna i dati di traffico del 2021.
Il confronto con quella che dovrebbe essere la normalità è ovviamente meno roseo, anche se a Venezia la pandemia ha picchiato meno duro che altrove. Rispetto al 2019, infatti, i 24,2 milioni di tonnellate movimentati valgono un -3,1%. Come in tutti i porti italiani, specchio di un paese dove la produzione è ripartita più lentamente che altrove, a segnare il passo sono le rinfuse liquide, prodotti raffinati in testa, con 8,4 milioni di tonnellate, pari al -6,6% sul 2019.
Merita il dettaglio il +2,9% delle rinfuse solide (6,4 milioni di tonnellate). Carboni e ligniti sono quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso, ma con 890mila tonnellate sono ancora sotto del 37,8% rispetto al 2019, mentre continuano il tracollo dei cerali (-59,1%, 270mila tonnellate) e il calo di mangimi e semi (-3,1%, 1,48 milioni di tonnellate). Per contro però merceologie come rottami, calce cemento e prodotti metallurgici hanno dato grandi segnali di vivacità, superando i livelli prepandemici: 1,34 milioni di tonnellate (+259%) nel primo caso e 2,14 milioni di tonnellate (+33,2%).
Meno confortanti i risultati del ‘ricco’ traffico container. I 5,09 milioni di tonnellate movimentati sono appena sopra quelli del 2020, ancora lontani (-9,9%) dal 2019. Dato ancora più severo in termini di Teu (513mila, pari al -13,4%) e significativo anche considerando solo i pieni (-12,1%). Consola il ritorno dei ro-ro a livelli prepandemici (1,73 milioni contro 1,76) e il buon risultato delle altre general cargo: 2,49 milioni di tonnellate, pari al +10,1% rispetto al 2019.
Con 1,07 milioni di tonnellate l’altro porto del sistema, Chioggia, ha mostrato segnali di risveglio (+16,7%) anche se il 2019 è ancora un ricordo sfumato (-18,8%). Infine, conclude la nota, “come prevedibile, si è registrato un aumento significativo del traffico passeggeri dei traghetti (+58,3%) e delle crociere (+460%) rimasto praticamente fermo nel 2020. Con il parziale recupero della programmazione e le soluzioni individuate per gli approdi provvisori, da gennaio a dicembre 2021 il numero de crocieristi è stato pari a 31.685”.
Il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio ha così commentato: “La consistente contrazione della produzione industriale, le limitazioni imposte dalla crisi pandemica del 2020 hanno prodotto e continuano a produrre importanti ripercussioni sulla logistica nazionale e internazionale, con effetti sull’andamento di tutti i settori e di tutte le modalità di movimentazione delle merci. Grazie alle opportunità offerte dal PNRR, all’istituzione della ZLS e alla messa in campo delle progettualità previste nel POT, in corso di realizzazione, che vanno nella direzione dell’innovazione, dello sviluppo dell’intermodalità e della maggiore sostenibilità ambientale e sociale, i porti lagunari potranno continuare a crescere superando i volumi pre-pandemia”.
A.M.
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