Respinto l’ultimo assalto di Uirnet alla diligenza
Improcedibile il ricorso contro il mancato perfezionamento dell’ennesima convenzione col Mims, la società si muove per il licenziamento di tutti i dipendenti ma continua a lavorare con Adsp Genova
“Il Ministero ha dimostrato per tabulas di essersi attivato nel procedimento e di aver in via diretta ed indiretta condotto una serie di interlocuzioni funzionali a calibrare il contenuto della Convenzione in coerenza con le prerogative di verifica e controllo cui il Ministero era tenuto” e comunque “la citata sopravvenienza normativa ha, comunque, determinato il venir meno di qualsiasi obbligo a provvedere in capo all’Amministrazione resistente”.
Sta in questo passaggio il succo della sentenza con cui il Tar del Lazio ha dichiarato improcedibile un ricorso avviato nel 2021 da Digitalog (ex Uirnet) contro la presunta inerzia del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di fronte ai solleciti, nel febbraio e aprile 2021, a provvedere alla ridefinizione dei rapporti convenzionali che la società riteneva improcrastinabile sulla base di una legge del 2019.
I giudici infatti, ammesso e nient’affatto concesso “l’effettivo concretarsi di una situazione di vero e proprio obbligo giuridico alla stipula della convenzione” né “la sussistenza di un comportamento inerte” del Mims, hanno ricordato come in ogni col Decreto di attuazione del Pnrr il Governo abbia deciso di chiudere la fallimentare e ultradecennale esperienza di Uirnet quale soggetto attuatore della Piattaforma Logistica Nazionale (Pln), traslando le relative prerogative al Mims e alla società in house Ram Spa. Sicché “il Ministero non è più abilitato a condurre oltre le interlocuzioni per addivenire alla invocata conclusione della convenzione in parola, né, per converso, in capo alla ricorrente permane alcuna pretesa alla conclusione del suddetto accordo”.
In proposito, il Tar ha anche cassato la pretesa (da Uirnet) illegittimità costituzionale dell’intervento del Governo (“indubitabile che risieda nell’organo legislativo e non in quello amministrativo il compito dell’assunzione di scelte ‘di campo’ a cosi ampio spettro che richiedono il coinvolgimento del decisore politico al più alto livello e che queste non possano che essere adottate nella pertinente sede legislativa, e non in quella amministrativa”), evidenziando come “la dinamica relazionale tra il Ministero e la società ricorrente negli ultimi anni non delineasse un quadro di piena sintonia e che, al contrario, desse evidenza dell’esistenza di rilevanti profili problematici in attesa di soluzione”.
Soluzione drastica che quindi non è arrivata a ciel sereno, ricorda il Tar menzionando note ministeriali del 2019 in cui già si rilevavano “aspetti di notevole criticità” nella gestione della Pln. “In particolare, infatti, la parte pubblica aveva prospettato alla società l’esigenza di una revisione dei rapporti negoziali in corso anche in ragione del fatto che la maggior parte delle Autorità del Sistema Portuale non aveva aderito alla Piattaforma Logistica Nazionale”.
Faceva e fa tutt’ora eccezione l’Adsp di Genova. Dopo averle affidato un ruolo di stazione appaltante parallela per la gestione di appalti per 30 milioni di euro ottenuti a seguito dei ristori per il crollo del ponte Morandi, l’ente genovese è stato vicino ad assorbirne parte delle funzioni e del personale (il relativo emendamento salvagente è caduto a un passo dal traguardo) e ad oggi risulta essere l’unico cliente rimasto, dato che ancora pochi giorni fa Uirnet bandiva gare nell’ambito del suddetto incarico, anche dopo aver avviato una procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti (27 secondi il bilancio 2020), affidandone per 35mila euro lo svolgimento a un professionista esterno (Studio di Consulenza del Lavoro Bussinello – Demme).
A.M.
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