Piombino Industrie Marittime si ricandida a demolire le navi Airone e Alcione della Marina
Emanato un bando europeo per una “procedura ristretta accelerata”, suddiviso in tre lotti e con importo a base di gara di 4,5 milioni di euro, che prevede la demolizione delle due navi in loco, ovvero ad Augusta
Per la demolizione delle navi Airone e Alcione della Marina Militare potrebbe essere arrivata la volta (della procedura) buona. L’iter, che si trascina da anni, vede da tempo come protagonisti all’incirca gli stessi attori: da un lato le due datate corvette, realizzate negli anni ’50, in disarmo dal 1992 ad Augusta e dal 2002 radiate dalla flotta, dall’altro i soggetti che hanno partecipato alle diverse procedure per il loro smantellamento senza tuttavia riuscire mai finora a superare la fase della firma del relativo contratto.
L’ultimo sviluppo della vicenda, arrivato in questi giorni, è l’emanazione di un bando europeo per una “procedura ristretta accelerata”, suddiviso in tre lotti e con importo a base di gara di 4,5 milioni di euro, che prevede la demolizione delle due navi in loco, ovvero ad Augusta.
Il nuovo procedimento prende il via dopo che una analoga gara avviata lo scorso ottobre (identico l’importo e la suddivisione in lotti delle attività) si era conclusa con l’esclusione del (verosimilmente unico) offerente, una Rti che vedeva Piombino Industrie Marittime come mandataria. Motivo dell’esclusione – secondo quanto si apprende dal provvedimento, che porta la data dello scorso 12 febbraio – il fatto che il raggruppamento temporaneo di imprese non avesse ‘in seno’ alcuni requisiti tecnici, che intendeva invece acquisire in subappalto da soggetti terzi.
La Marina, fanno sapere dalla stessa Pim (società in cui sono partner la genovese San Giorgio del Porto e la livornese F.lli Neri), avrebbe cioè preteso che la Rti includesse tra i suoi componenti una azienda in possesso in grado di effettuare la bonifica dall’amianto delle navi, impostazione che però sarebbe stata “in contrasto con quanto previsto dal testo unico ambientale (D.Lgs. 152/06)”.
La criticità è stata evidenziata allo stesso ente appaltante (che si presume l’abbia accolta come tale), il quale ha quindi provveduto a emanare una nuova procedura ristretta (in questo caso, anche “accelerata”) a condizioni economiche pari a quelle della ‘edizione’ precedente. Procedura alla quale Pim, ha confermato a SHIPPING ITALY la stessa società, intende partecipare.
Se per la joint venture, come visto, questo sarebbe dunque il secondo tentativo di vedersi assegnare la demolizione delle Alcione e Airone, uno dei suoi due componenti – ovvero San Giorgio del Porto – se l’era invece addirittura già aggiudicata nel 2019.
L’appalto, spiegano ancora da Pim, era però stato bloccato dalla Marina per via di un contenzioso con i precedenti demolitori, fino a portare alla decorrenza dei termini e alla necessità di dover ripetere la gara. La società genovese si era peraltro fatta avanti già nella prima procedura della Difesa per la demolizione delle due navi, risalente al 2017 (anche in quel caso rimanendone però poi esclusa), mentre un analogo tentativo del 2018 aveva visto invece come offerente una Ati che aveva come mandataria Comap e pure era andato a vuoto a seguito dell’esclusione della società catanese per la “non rispondenza” ai requisiti del bando.
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