Il Governo in cerca di una nave Fsru per rimpiazzare il gas russo
Cingolani annuncia che entro l’estate sarà acquisito e installato un rigassificatore galleggiante mentre Giovannini ventila il rilancio del progetto Gioia Tauro
Fra gli effetti indiretti della guerra iniziata dalla Russia all’Ucraina è emersa come è noto l’esigenza di ridurre o meglio azzerare la dipendenza energetica europea dal paese aggressore, in primis per quel che riguarda il gas: le forniture via mare attraverso rigassificatori sono una delle vie principali per il Governo.
L’Italia è infatti fra i principali acquirenti del gas russo, come ha ricordato ieri durante una trasmissione televisiva il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani: “Dalla Russia importiamo ogni anno circa 29 miliardi di metri cubi di gas, poco più del 40% delle importazioni totali”. Il focus, come detto, è sulla modalità per ridurre o azzerare tali forniture e su tempi e costi che saranno necessari.
“Entro la primavera inoltrata – ha spiegato Cingolani – circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo. Ne rimane poco meno della metà. Su questo stiamo lavorando, su impianti nuovi, rigassificazione, altri contratti di lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture. Ragionevolmente 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti”.
Il Ministro ha poi fatto il punto sulla situazione della rigassificazione in Italia, annunciando investimenti per ottimizzare la capacità esistente e per potenziarla: “Abbiamo tre rigassificatori che lavorano a circa il 60% della loro capacità di esercizio per via del bilancio energetico globale: questi possono a breve essere portati a un’efficienza superiore, quindi produrre più gas. Dopodiché, già per metà di quest’anno installeremo un primo rigassificatore galleggiante. Questi oggetti hanno la fortuna di essere mobili, quindi li si mette in prossimità delle tubazioni e possono trasformare in mare il gas liquido. E poi costruiremo altre infrastrutture nei prossimi 12-24 mesi”.
Cingolani non ha reso nota la località presso cui sarà collocato il nuovo rigassificatore, mentre l’agenzia Reuters ha riferito della richiesta che l’esecutivo avrebbe avanzato a Eni e Snam di collaborare alla logistica dell’operazione, compreso il reperimento di un’unità Fsru (stoccaggio e rigassificazione galleggiante, come quella oggi operante a Livorno), indicativamente con una capacità di 5-6 miliardi mc/anno. Reperimento tutt’altro che facile, sia perché tali strutture richiedono tempi non brevissimi di realizzazione, sia perché quanto sta accadendo in Ucraina sarà un ulteriore volano per i prezzi.
Nelle stesse ore, tornando alla collocazione, il collega di Cingolani, il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, in visita al porto di Gioia Tauro, interrogato sul tema non ha “escluso che si riapra la partita” del progetto riguardante un impianto onshore nel porto calabrese (presentato da Lng Medgas nel 2005, autorizzato nel 2012 ma da allora rimasto al palo).
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