Porterà in Italia il Gnl ‘made in Usa’ la nuova nave Elisa Aquila appena noleggiata a Edison
La Lng carrier in costruzione presso i cantieri Hyundai Samho Heavy Industries trasporterà ogni anno verso il nostro paese 1,4 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto
Entrerà in servizio nel 2023 portando in Italia ogni anno 1,4 miliardi di metri cubi di Gnl ‘made in Usa’ la Elisa Aquila, nuova Lng carrier realizzata da Hyundai Samho Heavy Industries che nei giorni scorsi ha fatto il suo ingresso nella flotta di Edison.
Dotata di una capacità di 174mila metri cubi, la nave è ora nella disponibilità della società italiana (controllata dalla francese Edf) sulla base di un contratto di noleggio di durata ventennale e verrà gestita commercialmente da France Lng Shipping, realtà armatoriale controllata pariteticamente da Geogas Lng Sas (parte del gruppo Geogas) e dalla giapponese Nyk. A operarla tecnicamente sarà invece Gazocean, società francese di shipmanagement pure controllata da Nyk e da Geogas Lng.
La Elisa Aquila, spiegano da Edison, marcherà per la società il debutto nella rotta dell’import del Gnl dagli Usa andando in particolare a servire i traffici che si svilupperanno tra l’impianto di Calcasieu Pass, in via di realizzazione in Louisiana da parte di Venture Global Lng, e l’Italia, offrendo quindi il suo contributo alla auspicata diversificazione delle fonti energetiche che servirà a ridurre la dipendenza dai rifornimenti russi. Con la società statunitense Edison si era peraltro accordata già in ‘tempi non sospetti’, ovvero nel 2018, per l’acquisto di 1 milione di tonnellate di gas liquefatti all’anno, equivalenti appunto a circa 1,4 miliardi di metri cubi. Resta infine al momento ancora da definire quello che sarà lo sbocco italiano del Gnl statunitense di Edison, ovvero quale sarà il punto di approdo della nave.
Al riguardo si può ricordare, come fatto pochi giorni fa da Staffetta Quotidiana, che l’Italia ha in servizio tre rigassificatori in grado di immettere in rete 15,25 miliardi di metri cubi di gas all’anno (a fronte di un consumo pari a 76,2 miliardi di metri cubi). Gli impianti sono quelli di Adriatic Lng a Porto Viro, con capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi l’anno (il terminal lo scorso dicembre ha però ricevuto dal Ministero della Transizione Ecologica il decreto autorizzativo per aumentarla a 9 miliardi); Olt Offshore Lng Toscana al largo di Livorno (3,75 miliardi di metri cubi l’anno) e Panigaglia (3,5 miliardi di metri cubi l’anno). Nel 2021, tuttavia, il loro utilizzo per varie ragioni è stato inferiore alle possibilità, visto che l’Italia ha importato “9.822 milioni di metri cubi di gas naturale liquefatto, pari al 64,4% della capacità di rigassificazione totale e al 12,9% dei consumi totali di gas del Paese”.
Considerando però un possibile incremento degli import di Gnl proprio nell’ottica di ridurre la dipendenza dalle fonti russe, oltre a un utilizzo a pieno regime dei tre impianti secondo un recente position paper di Assocostieri sarebbe inoltre utile valutare la possibilità di utilizzare come terminal di ricezione, previe “minime modifiche”, i depositi di Gnl small scale presenti in Italia. A oggi quelli già realizzati e autorizzati sono quelli di Higas e Ivi Petrolifera a Oristano e quello di Ravenna, recentemente entrato in attività (e che ha tra i suoi soci Pir, nonché la stessa Edison e la controllata di Enagás, Scale Gas). Altre infrastrutture di piccola taglia sono in via di sviluppo e su questo fronte, restando nell’ambito di che riguarda la controllata di Edf, si segnala la conclusione positiva del procedimento autorizzativo da parte del Mite per il deposito costiero che la società intende realizzare a Brindisi nell’area di Costa Morena Est.
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