Adsp Civitavecchia girerà a Port Mobility parte dei diritti di porto
Secondo il nuovo business plan della titolare del navettamento dei passeggeri, il servizio è una concessione tiepida, che il concedente deve supportare: in arrivo 6,65 milioni per il 2022
Dopo aver deciso pochi giorni or sono, a chiusura di una procedura iniziata sotto la passata amministrazione, di non revocarle la concessione trentennale (fino al 2035), l’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia ha approvato il Piano dei Servizi pluriennale 2022-2026 e soprattutto la relativa modalità di remunerazione propostale da Port Mobility.
Una rivoluzione, destinata con ogni probabilità ad aggiungersi alla lunga teoria di rilievi sulla gestione da parte dell’ente del servizio di navettamento dei passeggeri – particolarmente ambito nel primo porto crocieristico d’Italia, crocevia importante anche per le autostrade del mare – sollevati negli anni da privati (compagnie armatoriali e agenzie marittime), magistratura (Tar e Tribunale Civile), Corte dei Conti e Autorità indipendenti (Art e Anac).
Il piano, infatti, contiene l’articolata dissertazione giuridica sulle norme italiane ed europee che disciplinano i meccanismi concessori dei servizi prestati da Port Mobility, volta a dimostrare, in ultima istanza, come “il modello normativo applicabile ai servizi affidati debba essere ricondotto, in via di analogia, all’ambito delle cosiddette ‘concessioni tiepide’, ossia delle concessioni aventi ad oggetto servizi in cui i ricavi da utenza non sono sufficienti a ripagare interamente le risorse impiegate per la loro realizzazione, rendendo necessario, per consentire la fattibilità finanziaria, un contributo pubblico”.
Tale considerazione, combinata ad analoga dissertazione sulla rimodulazione dei cosiddetti “diritti autonomi” decisa nel 2017 dall’Adsp, in base a cui l’ente introdusse in capo alle compagnie armatoriali i “diritti per l’uso dell’infrastruttura portuale”, ricomprendendovi però, nell’interpretazione di Port Mobility, anche i “diritti per i servizi portuali che sono invece di competenza della società concessionaria”, ha portato la società a proporre all’ente un nuovo sistema di remunerazione. Che, da una parte, comprenda più rigorosi “meccanismi automatici di variazione dei livelli dei servizi” che siano “funzione dei traffici portuali”, e, dall’altra, preveda – come spiega la delibera approvata dall’ente – “la corresponsione diretta di quota parte dei diritti di porto/diritti d’uso dell’infrastruttura, incassati dall’Adsp”.
In sostanza, cioè, Adsp d’ora innanzi girerà alla concessionaria Port Mobility parte delle tasse incassate sui passeggeri di traghetti e crociere e sui mezzi imbarcati/sbarcati dalle autostrade del mare, nella proporzione indicata dalla tabella che segue.
La delibera dell’Adsp, inoltre, stabilisce che tale cifra sarà stimata in anticipo sulla base delle previsioni di traffico e versata anticipatamente su base mensile a Port Mobility, con la previsione di eventuali conguagli una volta consuntivati traffici e relativi diritti. Per il 2022 si prevede che Port Mobility incassi 6,65 milioni di euro di diritti di porto (pari ad anticipazione mensile di 554mila euro), che dovrebbero corrispondere a circa il 50% del totale riscosso da Adsp per i diritti di porto (furono 19,4 milioni nel 2019 e 9,2 nel 2020; quest’anno si prevede un traffico pari all’80% di quello del 2019 per i traghetti e al 40% del 2019 per le crociere).
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