Assiterminal attacca Signorini e Giovannini sulla vicenda Superba
Inaccettabile per Becce che sia il Comune di Genova a decidere della destinazione delle banchine del porto del capoluogo
La posizione dell’associazione è chiara da tempo ed è stata ribadita anche di recente in almeno un paio di occasioni (audizione parlamentare e agorà Pd): ai porti occorrono uniformità, coordinamento centrale da parte del Governo e certezza delle regole in una gestione unitaria da parte del Ministero, in sintesi il superamento della competenza concorrente fra Governo e Regioni prevista dalla Costituzione.
Figuriamoci quindi cosa può rappresentare per Assiterminal l’ingerenza di un Comune in banchina, a maggior ragione se spinta ben oltre il limite delle regole vigenti. Ed è così, in tackle a gambe unite via social, che il presidente Luca Becce ha scelto di entrare nella insidiosa querelle sul trasferimento dei depositi chimici di Superba da Multedo a Ponte Somalia, nel cuore del porto storico di Genova.
Questo l’antefatto. Pochi giorni fa Emanuele Grimaldi, il cui gruppo armatoriale, il maggiore in Italia, è il principale cliente della banchina oggetto del trasloco, è tornato a criticare le scelte dell’Autorità di Sistema Portuale su depositi e diniego ad aprire invece Somalia ai passeggeri e a definire “favole” le alternative offertegli (in sostanza di spostare il traffico presso altri terminal), dopodiché, dalle pagine del quotidiano cittadino Il Secolo XIX, è stato il sindaco Marco Bucci a rispondergli a muso duro, sostenendo che mai l’armatore abbia fatto istanze di aree terminalistiche.
Un’invasione di campo da parte del sindaco che ha fatto irritare Becce: “Dunque mi devo essere perso qualcosa. O la Legge 84/94 è stata modificata nottetempo e ancora non si sa” ha scritto il numero uno di Assiterminal su Facebook. “Qui abbiamo un armatore che accusa un sindaco si avergli sottratto aree in concessione. E abbiamo un Sindaco che risponde senza smentire. Anzi rilancia, se vuole aree ce le chieda, almeno così riporta l’articolo”.
Becce chiarisce subito che il punto non è il merito del trasferimento, bensì il fatto che l’Adsp guidata da Paolo Emilio Signorini sembri partecipare da mero esecutore amministrativo degli impropri desiderata portuali del sindaco, non investito da alcuna prerogativa, in teoria, sulla materia: “Non voglio intervenire sul merito del destino di Ponte Somalia. Non è il mio compito, come peraltro non dovrebbe essere il compito del Sindaco. Ma come Presidente della associazione nazionale dei terminalisti devo levare un grido forte di preoccupazione”.
Da qui l’allarme lanciato in direzione proprio di Signorini e del ministro Enrico Giovannini, che del suddetto coordinamento delle Adsp dovrebbe essere il titolare: “Presidente Signorini, niente da dire. Tutto bene? Ministro Giovannini, niente da dire? Tutto bene?”
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