Msc Crociere ancora in rosso per quasi 1 miliardo ma da Aponte arriva un altro salvagente finanziario
Durante l’esercizio appena trascorso la compagnia ha movimentato 723mila passeggeri con un tasso medio di riempimento nave del 54%
Nonostante il rientro in attività di un certo numero di navi, anche il 2021 di Msc Crociere si è chiuso con ampie perdite finanziarie e la prospettiva inevitabile di un nuovo generoso intervento a suo favore dal socio unico controllante, la Msc Mediterranean Shipping Company Holding SA di Gianluigi Aponte.
Rispetto al drammatico andamento del 2020 lo scorso anno il gruppo, si apprende dal suo Annual Report 2021, è riuscito a incrementare un po’ i ricavi portandoli a 788,5 milioni di euro (contro i precedenti 705,4 e a fronte però dei 3,2 miliardi del 2019) e a chiudere con perdite operative leggermente inferiori, pari a 781,7 milioni, contro i 796,6 del 2020. Il risultato netto, tuttavia, è stato in linea con quello dell’esercizio precedente e pari a un rosso di 935,1 milioni (era stato di 938,8 milioni nel 2020).
Nel corso del 2021 come già visto Msc Crociere ha varato diverse iniziative – debt holiday, prestiti, rinegoziazioni e altro – per mettere in sicurezza i suoi conti. Tra queste l’ottenimento di una nuova moratoria di 12 mesi su debiti relativi a consegne di nuove navi assicurati con garanzie statali (in Italia con Sace), che verrà ripagata nell’arco di 5 anni a partire dall’aprile del 2022 e che, si apprende ora, riguarda un importo di complessivi 737,4 milioni di euro.
Il supporto più consistente è stato però prevedibilmente quello della casa madre la quale, da inizio pandemia a fine 2021, ha garantito alla sua controllata, tramite prestiti o iniezioni di liquidità, 872,5 milioni di euro. Un importo imponente cui ora però si aggiungeranno contributi ancora maggiori. Considerato il perdurare della pandemia, a fine 2021 la holding di Aponte ha infatti preso l’impegno di garantire a Msc Crociere un nuovo prestito del valore di 450 milioni di euro. Di questi, 200 milioni sono già stati incassati dalla compagnia a gennaio mentre altri 200 lo saranno, “se necessario”, nel febbraio 2023. A queste due tranche di contributi si aggiungerà inoltre nel marzo di quest’anno un ulteriore importo di 600 milioni di euro (in forma di prestito) che servirà a ripagare l’ammontare già interamente ritirato di una linea di credito revolving la cui scadenza è stata intanto posticipata al febbraio 2023.
Queste azioni, unite a una deroga già ottenuta su alcuni covenant, secondo Msc Crociere saranno sufficienti a garantirle liquidità per almeno i prossimi 12 mesi (nel caso in cui verranno soddisfatti certi assunti, quali ad esempio un tasso di riempimento nave del 70% nella stagione invernale e del 90% in quella estiva, il rientro in attività di tutta la flotta entro la primavera di quest’anno e il rifinanziamento della linea di credito revolving da 600 milioni di cui sopra; va notato a margine che nel report non trovano invece ancora spazio considerazioni, di qualunque tipo, sulla guerra in Ucraina).
Guardando poi al 2021 da un punto di vista più strettamente operativo, il report ricorda che Msc Crociere nell’estate 2021 aveva in attività 12 navi, operative nel Mediterraneo, in Nord Europa, nel Caraibi e in Arabia Saudita, diventate 13 (su 19 disponibili) nella stagione invernale con l’aggiunta di itinerari in Sudafrica, Emirati Arabi e Sud America. Pertanto, rispetto al 2020 la capacità disponibile è salita del 65%, da 5 a 8,3 milioni di letti bassi giornalieri. Nell’anno sono stati 723mila i passeggeri complessivi, con una progressione del 5,5% dul 2020. Nel 2021 infine il tasso di riempimento nave ha raggiunto picchi dell’80% in agosto, assestandosi però per l’intero anno su una media del 54% (contro il 95% del 2020, dato su cui pesavano però ancora positivamente le performance dei mesi pre-pandemia).
Interessante infine notare come il 2021 abbia visto la platea di passeggeri di Msc Crociere concentrarsi sull’Europa occidentale, mercato che ora vale il 70% dei biglietti acquistati (contro il 40% del 2020), seguito da Nord America con l’8% (prima era il 16%) e dal Sudamerica con il 5% (prima era il 31%).
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY