Caro gasolio, anche Assarmatori in allarme
L’associazione non chiede un supporto pubblico ma la previsione normativa di adeguamenti automatici sul modello (inattuato) dell’autotrasporto
“Su una rotta come Genova-Olbia-Genova, tratta per eccellenza del turismo vacanziero in Sardegna, un traghetto passeggeri oggi spende ogni giorno circa 50 mila euro in più per pagare il carburante (che rappresenta circa il 30% dei costi di esercizio di una nave) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ciò significa che per ogni viaggio andata e ritorno le compagnie di navigazione si trovano a sostenere extracosti giornalieri effettivi sensibilmente più elevati a parità di partenze e frequenze. E questo ragionamento vale per tutti i principali collegamenti per Sardegna e Sicilia, nonché per l’Elba e le isole minori”.
A rincarare l’allarme sul caro gasolio in una nota rilasciata a valle di un’audizione parlamentare sul Decreto Energia è l’associazione armatoriale Assarmatori: “Adeguare i noli e le tariffe, e quindi il costo dei biglietti, sarà una scelta obbligata per evitare la sospensione di quei servizi marittimi da e per le isole, che anche nei mesi più duri della pandemia hanno garantito comunque sia la continuità territoriale, sia il trasporto di passeggeri e merci, inclusi gli approvvigionamenti indispensabili specie per la Sardegna” ha ricordato il presidente Stefano Messina, confermando come i servizi sovvenzionati dallo Stato prevedano già meccanismi automatici per il parziale assorbimento, per via tariffaria, dei rincari nel costo dei carburanti.
“È il caso di ricordare come le nostre imprese siano ancora in attesa dei ristori previsti da diversi provvedimenti legislativi per limitare le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria, e adesso si trovino ad affrontare, da una posizione di ulteriore fragilità, le conseguenze di una nuova emergenza” ha concluso Messina, chiarendo tuttavia come l’associazione non stia chiedendo un supporto pubblico per fronteggiare l’emergenza.
Sul tema è intervenuto anche il Segretario Generale di Assarmatori, Alberto Rossi: “La continuità territoriale di passeggeri e merci è un diritto sancito dalla Costituzione che rischia di venire meno: per gli armatori l’utilizzo di combustibili fossili è ineludibile, ne siamo in qualche modo prigionieri, non avendo alternative concretamente percorribili. Il trasporto terrestre dal 2006 beneficia di un correttivo automatico delle tariffe in adeguamento all’andamento del costo del carburante (meccanismo di cui i diretti interessati hanno lamentato, anche in occasione dei rincari di questi giorni, l’inefficacia, ndr), crediamo che una misura del genere sia necessaria anche per quello marittimo, specialmente per il naviglio impiegato nei collegamenti da e per le isole. Questo avrà un effetto inflattivo, non possiamo nasconderlo, ma non possiamo neanche pretendere che siano i fornitori del servizio a farsi carico di questi aumenti: non parliamo infatti di una differenza minima, ma di un sostanziale raddoppio dei costi legati al bunker”.
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