L’invasione russa in Ucraina e i riflessi sulla logistica italiana
Il direttore generale di Confetra sintetizza in poche righe i dati salienti dell’impatto sui trasporti della guerra scatenata da Putin in Ucraina
Contributo a cura di Ivano Russo *
* direttore generale di Confetra
Sace ha diffuso la sua Mappa dei rischi per l’anno 2022.
Nel frattempo la situazione del conflitto si è deteriorata al punto da aver deciso di sospendere temporaneamente la valutazione dell’assunzione di nuovi rischi per l’attività di export credit in Russia e in Bielorussia e di avere attivato un tavolo di crisi trasversale con l’obiettivo di valutare quotidianamente lo scenario e fornire il massimo supporto agli esportatori italiani.
Molte aziende stanno scegliendo di rifiutare di acquistare prodotti russi, mentre sono sempre più numerosi i governi che chiudono i porti alle navi di Mosca.
Paolo Massari, esperto di questioni doganali e commercio internazionale, già direttore dell’Ufficio delle Dogane di Genova: innalzamento dei prezzi di grano e soia, ai massimi dal 2012. Ricordiamo che l’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais per l’alimentazione del bestiame.
L’Ucraina è tra i primi dieci paesi al mondo produttori ed esportatori di metalli: possiede i più grandi giacimenti di uranio in Europa, in cui è il quarto paese per riserve di gas e petrolio e il primo produttore di carbone; detiene l’unico deposito europeo di sabbie minerali e ingenti quantità di caolino e argille.
Dall’altra parte, la Russia è il primo produttore al mondo di palladio, il secondo di gas, petrolio e cobalto, il terzo di nichel, alluminio e oro.
GAS E PETROLIO
L’Europa importa dalla Russia tra petrolio e gas naturale oltre 1/3 del PIL Russo.
Italia: 10% del petrolio greggio importato nel 2021 dall’Italia è arrivato dalla Russia: 5,1 milioni di tonnellate su 51 milioni di tonnellate totali. Russia è il 4° fornitore dietro ad Azerbaijan (11,4 milioni di tonnellate; il 22,3% del totale), Libia (9,5 milioni di tonnellate; 18,6%) e Iraq (7,6 milioni di tonnellate; 14,7%).
Ma anche prodotti petroliferi semiraffinati: nei primi 9 mesi del 2021 su un totale di 2,11 milioni di tonnellate importate, ben oltre la metà (1,4 milioni di tonnellate, ovvero circa il 66%) erano infatti di provenienza russa.
Gas naturale: al 2020 il nostro Paese aveva importato dall’estero 66.393 milioni di smc (standard metro cubo), il 94% dell’intero consumo nazionale. Di questo, quasi le metà, ovvero 28.484 milioni di smc, erano arrivati dalla Russia. Nel 2021 la situazione dovrebbe essere simile, anche se l’entrata in funzione del gasdotto TAP, che da fine 2020 ha iniziato a far affluire in Puglia, e quindi sul mercato italiano, gas di origina azera, potrebbe aver almeno parzialmente mitigato la dipendenza dalla Russia.
L’ipotesi ‘ventilata’ soprattutto dall’altra sponda dell’Atlantico di un embargo totale sugli idrocarburi di origine russa avrebbe un impatto fortissimo sul mix energetico del Belpaese, con conseguenza enormi per cittadini e imprese.
MARE
Le compagnie di navigazione Msc, Maersk, Hapag-Lloyd e alleanza One hanno deciso di cancellare gli scali nei 67 porti russi. Eccezione della cinese COSCO Shipping. Dallo stop sono escluse le consegne di cibo, cure mediche e umanitarie
Le compagnie di navigazione che finora hanno deciso di escludere gli scali russi dai traffici commerciali rappresentano sul totale poco meno del 50% della capacità di stiva globale del trasporto marittimo di merci.
È ancora presto per dire come le conseguenze si ripercuoteranno sui Paesi in guerra e su quelli europei. Ucraina e Russia insieme pesano per circa il 30% del commercio mondiale di grano. I due paesi, inoltre, incidono sul 32% dei volumi scambiati a livello mondiale per l’orzo, per il 50% dei semi oleosi, e per il 17% del mais.
Le implicazioni saranno “serie” sulle esportazioni Ue. Quelle di carni suine e avicole verso l’Ucraina, ma anche ciò che resta del commercio agroalimentare tra Ue e Russia.
Dati Istat Traffici del 2020 tra Italia e Russia via mare:
Autorità di Sistema Portuale di Ravenna: delle 3mila navi arrivate lo scorso anno a Ravenna, 500 provenivano dal Mar Nero. In particolare, circa 200 dall’Ucraina e 160 dalle coste russe, rotte che al momento sono totalmente interrotte. Per lo scalo romagnolo passano il “40% dello scambio merci via nave tra Italia e Ucraina. Anche di merci assolutamente critiche, come i cereali: lo scorso anno oltre 860mila tonnellate soprattutto dai porti di Odessa e Mariupol. Ma lo stesso discorso vale anche per l’importazione di argilla, materiale di vitale importanza per il comparto ceramico regionale.
AUTOTRASPORTO
L’Iru, l’International Road Transport Union, ha quantificato in 12.000 il numero degli autisti attualmente bloccati in Ucraina e nelle zone di confine a causa dell’invasione da parte della Russia.
AEREO
Il blocco aereo messo in atto dalla Ue e da altri paesi nei confronti delle compagnie russe avrà prevedibilmente forti ripercussioni sui noli. Vittima d’eccellenza delle sanzioni saranno infatti i traffici tra Asia ed Europa di AirBridgeCargo, operatore chiave del settore controllato dal gruppo russo Volga-Dnepr. Il blocco aereo messo in atto in risposta da Mosca sui suoi cieli nei confronti di vari Stati porterà a dover aggirare il paese, con la conseguenza di viaggi più lunghi, in alcuni casi non sostenibili economicamente.
Dati Istat Traffici del 2020 tra Italia e Russia via aereo:
Dati Sea Group Malpensa Traffici del 2021 tra Malpensa e la Russia via aereo:
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