Tirrenia Cin: la Filt-Cgil ventila lo stato di agitazione
La convocazione del Mise non arriva e il sindacato pensa di alzare il livello della protesta
I presidi e le assemblee a bordo organizzati nei giorni scorsi non sono bastati: la richiesta di Filt Cgil e Fit Cisl di una convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico per discutere della vertenza riguardante Cin – Compagnia Italiana di Navigazione non è stata accolta e ora la protesta potrebbe salire di tono.
A ventilarlo è una nota di Filt Cgil: “Ministero dello Sviluppo Economico e commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria continuano ad essere distanti dalle preoccupazioni dei lavoratori del Gruppo Onorato sul loro futuro occupazionale, considerando la manifesta volontà di non convocare le organizzazioni sindacali nonostante l’ennesima richiesta avanzata lo scorso 16 marzo da Filt Cgil e Fit Cisl”.
Ad affermarlo è il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo, sottolineando che “è un atteggiamento davvero ingiustificabile ed inconcepibile che non aiuta a stemperare la forte tensione presente tra i lavoratori, fortemente preoccupati per la mancanza di assicurazioni sulla continuità occupazionale nel caso non si raggiungesse l’accordo tra i commissari ed il Gruppo stesso da presentare al Tribunale di Milano entro il prossimo 31 marzo”.
Secondo il dirigente nazionale della Filt Cgil: “non è tollerabile lasciare nell’infinita incertezza migliaia di lavoratori che vivono esclusivamente di questo lavoro e costringerci, conseguentemente, come organizzazioni sindacali, a proclamare lo stato di agitazione. Ipotesi che non escludiamo affatto perché un Governo che si dichiara attento ai bisogni dei cittadini non può sottrarsi ad un confronto chiarificatore e necessario per tranquillizzare i lavoratori. Abbiamo il diritto di sapere – afferma infine Colombo – quali sono le strategie in atto del Mise e, conseguentemente, del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili a garanzia del servizio e dell’occupazione nel caso non si raggiungesse l’accordo tra le parti. Esigiamo di essere convocati e non ci arrenderemo di fronte a questo diniego ingiustificato ed intollerabile”.
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