Grimaldi (Alis) e l’idea di estendere i benefici degli armatori anche alla logistica
Suggerita al Governo l’idea di “detassare e decontribuire il personale viaggiante” mentre viene richiesto che misure come Marebonus e Ferrobonus diventino strutturali e finanziate con 100 milioni di euro all’anno ciascuna
“Auspichiamo che le istituzioni incoraggino e valorizzino l’intermodalità con misure incentivanti, come Marebonus e Ferrobonus, rendendole strutturali e aumentandone la dotazione finanziaria a 100 milioni di euro all’anno per ciascuna misura”. Così il presidente di Alis, Guido Grimaldi, si era espresso nel suo discorso di apertura della nuova fiera Let Expo appena andata in scena a Verona e dopo un paio di giorni ha ricevuto la lieta notizia di ulteriori 38,5 milioni di euro assegnati subito alle misure di stimolo per il trasporto combinato Marebonus e Ferrobonus.
Grimaldi nel suo discorso ha chiesto anche “azioni volte a detassare e decontribuire il personale viaggiante delle imprese di trasporto e logistica, che oggi più che mai soffrono una grave carenza: solo in Italia le figure di autisti mancanti sono 17 mila, mentre in Europa addirittura 331 mila. E anche in questo caso l’intermodalità viene in soccorso della mancanza di risorse umane”. Un primo e importante passo avanti è stata considerata “l’approvazione nel decreto legge Milleproproghe di un fondo da 25 milioni di euro per formare circa 10 mila giovani autisti in cinque anni, una misura che è sempre stata tra le istanze portate avanti da Alis e che oggi vede la sua realizzazione”. Per Grimaldi “l’intermodalità marittima e ferroviaria diventa fondamentale rappresentando non più una scelta, ma la vera alternativa se si vuole coniugare la sostenibilità economica e sociale con quella ambientale”.
Sul valore dell’intermodalità è tornato anche Marcello Di Caterina, vicedirettore di Alis, che ha ricordato come oggi “il costo a chilometro per un Tir da Reggio Calabria a Genova è di 2 euro contro 0,68 del trasporto su mare: per questo trovo incomprensibile l’idea che c’è a Genova di spostare dalla città al centro del porto, al Terminal San Giorgio, i depositi chimici. Sottraggono all’operatività delle autostrade del mare 50 mila metri quadrati, quando le navi Grimaldi ne avrebbero bisogno di 300 mila”.
Rispondendo a Grimaldi e a Di Caterina, il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, intervenendo in collegamento video, ha spiegato che “grazie al Marebonus e agli investimenti infrastrutturali abbiamo l’opportunità di fare quel famoso shift modale di cui abbiamo parlato per tanti anni. Sono le imprese stesse che, spinte dai consumatori, sono chiamate a comportamenti molto più sostenibili anche ambientalmente. Proprio questi investimenti ci consentono finalmente di pensare al trasporto su ferro non come un elemento residuale ma centrale della strategia dei prossimi 10 anni”.
Questo è il quadro, ha aggiunto, su cui il governo “sta investendo moltissimo. Abbiamo coinvolto nell’ultimo anno i migliori esperti nazionali per immaginare la transizione ecologica del settore della mobilità, sia quella delle automobili ma anche quella dei veicoli commerciali, dei trasporti pesanti, aerei, marittimi. Il fondo da due miliardi di euro che ho voluto creare all’interno della legge di bilancio, proprio alla luce anche di altri investimenti sull’automotive in senso lato – ha concluso – andranno a sostenere il settore in uno sviluppo molto più sostenibile”.
Toccato dal ministro anche il tema del reshoring o del near-shoring quando si è chiesto come cambieranno i flussi in futuro. “Mi sembra – ha affermato – che ci sarà certamente un rafforzamento delle relazioni intraeuropee”. Dunque in questa prospettiva “gli investimenti sul Terzo valico, per connettere il porto di Genova alle direttrici del Nord, il Brennero, il rafforzamento che abbiamo fatto con il Pnrr per una connessione via ferrovia di 11 porti, 11 aeroporti, e nove centri intermodali vanno accelerati, non rallentati, anzi”.
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