L’Adsp laziale in cerca di investitori a Londra con Intergroup (FOTO)
La nuova darsena Mare Nostrum (ex Grandi Masse) e al completamento del porto commerciale di Fiumicino fra gli interventi presentati alla platea
Un piano strategico degli investimenti necessari a completare le opere dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta da un miliardo di euro è quello che è stato presentato a potenziali investitori e stakeholder internazionali dal presidente della port authority laziale, Pino Musolino, in un evento organizzato con Intergroup e con il patrocinio di Mims, Regione Lazio, Italian Trade Agency, Camera di commercio italiana per il Regno Unito e il centro studi Srm.
“Avremo 160 milioni dal Pnrr e altri interventi strategici per circa 200 milioni sono già finanziati dal Fondo Investimenti del Ministero, dall’Ue o con risorse proprie dell’Autorità di sistema portuale: ci sono però oltre 650 milioni di infrastrutture che potrebbero essere realizzate in partenariato pubblico-privato” ha detto Musolino. “Penso alla darsena Mare Nostrum o al completamento del porto commerciale di Fiumicino, solo per fare due esempi. Abbiamo voluto tastare il polso a una delle piazze finanziarie più importanti in assoluto, come quella della City di Londra, per avere intanto un feed back sull’appeal del nostro Paese e nello specifico dei nostri porti, per investitori privati nell’ambito delle infrastrutture. E mi pare che il primo approccio abbia suscitato un certo interesse, vedremo in futuro se potranno esserci degli sviluppi concreti”.
Anche Intergroup ha dato a sua volta notizia di questo evento londinese concepito per per promuovere i porti del Lazio ed illustrare gli investimenti programmati e futuri per rendere gli scali laziali sempre più efficienti e sostenibili. Alessandro Panaro, analista del centro studi Srm, ha evidenziato come grazie agli scali laziali è possibile il 23% dell’import/export della regione in diversi settori fra cui mezzi di trasporto, prodotti chimici, metalli, prodotti petroliferi raffinati, macchinari e apparecchi, prodotti alimentari e bevande). “Condizione necessaria è che i porti diventino 6.0, ovvero scali moderni in grado di favorire la crescita di un territorio attraverso il valore aggiunto delle attività marittime e logistiche, basando la propria strategia sui principali asset di crescita competitiva: innovazione, sostenibilità, intermodalità, internazionalizzazione e ZLS” ha detto Panaro.
Di investimenti ha parlato anche Pietro Di Sarno, amministratore delegato di Intergroup: “Solo negli ultimi 12 mesi abbiamo investito privatamente circa 7 milioni di euro per rendere gli scali
laziali in cui lavoriamo dei green ports: una nuova gru elettrica in arrivo a Giugno e la realizzazione del Green&Blue Terminal, di recente inaugurato, primo terminal in Italia dentro un’area portuale autorizzato per la movimentazione dei combustibili alternativi e prodotti derivati della circular economy”.
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