Eni si prepara al decommissioning delle piattaforme offshore
Approntato un sistema di qualificazione per diverse attività ‘standard’ e ‘top’
Eni ha approntato un sistema di qualificazione con lo scopo di selezionare operatori per il decommissioning di piattaforme offshore. La procedura non ha una scadenza, ma anzi ha durata “indeterminata” e il suo obiettivo è quello portare alla compilazione di una lista di fornitori (singole imprese e non raggruppamenti) per le funzioni Engineering, Preparation, Removal/Dismantling e Disposal da cui la società di San Donato possa attingere i candidati per le sue gare di appalto europee.
Ognuna delle attività che dovrà essere svolta, informa lo stringato avviso con cui la stessa procedura è stata avviata, è stata suddivisa in due sottocategorie ‘standard’ e ‘top’, pare di intendere sulla base della complessità o delle risorse richieste dall’intervento. L’elenco comprende il decommissioning di floaters (a meno o più di 500 metri di profondità), di Surf, ovvero di Subsea Umbilicals, Risers & Flowlines (a più o meno di 50 metri di profondità), quello delle stesse piattaforme (strutture di peso inferiore o superiore alle 1.000 tonnellate) più attività in cantiere, anch’esse suddivise tra quelle per impianti di peso superiore alle 1.000 tonnellate o inferiore.
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