Ad Augusta costerà 2,7 milioni di euro lo smontaggio di due gru portuali mai usate
Dopo averle pagate oltre 10 milioni e non averle mai impiegate perché guaste fin dal principio, la port authority siciliana dovrà ora demolire le gru commissionate nel 2014 per un terminal container mai esistito
Avrebbero dovuto essere il “braccio” (letteralmente) operativo del terminal container che anche Augusta – come tutti i porti italiani in quegli anni (e molti ancora oggi) voleva – e invece finiranno demolite senza mai essere utilizzate.
Stiamo parlando di due gru Paceco che l’Autorità Portuale siciliana si fece costruire – finanziando gli oltre 10 milioni di euro necessari con i fondi del programma Pon Reti e mobilità 2007-2013 – a partire dalla fine del 2013 come complemento al più articolato progetto “Adeguamento di un tratto di banchina del Porto Commerciale per l’attracco di mega navi containers ed attrezzaggio con gru a portale nel porto commerciale, I stralcio”, abbozzato nella stagione d’oro (presto tramontata) del transhipment anche in ragione di un presunto interessamento del vettore marittimo giapponese K-Line.
L’operazione relativa alle gru è ricostruita nel disciplinare della gara che l’Adsp del Mar di Sicilia Orientale (Augusta e Catania), erede dell’Autorità portuale, ha pubblicato, con scadenza il prossimo 5 aprile, per lo smontaggio delle medesime e la successiva messa a deposito dei componenti delle due gru, stanziando per la bisogna quasi 2,7 milioni di euro.
“Nel corso dei lavori di costruzione delle gru a portale nel Porto Commerciale di Augusta – ricostruisce il disciplinare – si sono verificati dei danneggiamenti nei bracci principali e, in esito a tali problematiche, è insorta una vertenza presso il Tribunale di Catania con il Consorzio Stabile Valori Scarl, titolare dell’appalto dei lavori di realizzazione”. Il contenzioso per accertare le responsabilità dell’inadempimento e del ritardo è ancora aperto, ma nel 2017 il contratto fra l’ente e il Consorzio venne risolto.
Poco dopo, “con la perizia tecnica del Ctu del Tribunale di Catania, Prof. Ing. Eugenio Guglielmino, depositata in data 05/11/2018” nell’ambito del suddetto contenzioso, “si acclarava la non riparabilità di tutte le strutture cassonate stagne delle predette gru a portale, salvo la completa sostituzione delle stesse”. Ora l’Adsp “nelle more della definizione del giudizio, intende procedere allo smontaggio delle gru a portale al fine di ripristinare l’operatività, in condizioni di sicurezza, dei piazzali e delle banchine attualmente occupate dalle medesime gru e da anni ormai inutili”.
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