Adsp Genova rivede la metodologia di contabilizzazione dei rotabili
L’ente ligure annuncia una modifica nel coefficiente di conversione in tonnellate: il surplus artificioso di Savona mette in ballo il primato sui porti italiani
Nei giorni scorsi l’Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona ha pubblicato i dati di traffico del mese di gennaio nel 2022.
I valori generali sono in linea con quelli del 2021. Genova ha movimentato 4,13 milioni di tonnellate, pari a +1,4% sul 2021 ma ancora lontane dai 4,52 milioni del 2019 prepandemico (-8,6%), mentre Savona ha movimentato 1,25 milioni di tonnellate, in crescita non solo rispetto all’anno scorso (+16,9%) ma anche al prepandemia (+12% sul 2019).
L’aspetto forse più significativo è però contenuto nella scheda di analisi che la port authority accompagna alla pubblicazione dei semplici numeri. Per la prima volta, infatti, nella sezione dedicata a merce convenzionale e rotabile, i confronti relativi a quest’ultima tipologia sono effettuati in termini di metri lineari e non più di tonnellate. La novità si spiega con una nota metodologica sulla conversione fra metri lineari e tonnellate pubblicata in calce al documento.
“Nell’ambito delle attività di armonizzazione del processo di rilevazione dei dati statistici negli scali del sistema è stato recentemente sviluppato un approfondimento relativo alla categoria dei rotabili (ro-ro merce). In particolare, è stata condotta un’analisi empirica (presso imprese terminaliste e compagnie di navigazione) finalizzata a verificare l’attualità dei coefficienti di conversione per la trasformazione dei metri lineari (puntualmente rilevati e trasmessi ad AdSP dai terminal portuali) in tonnellate nei due scali di Genova e in quello di Savona-Vado. La verifica ha individuato nella misura di 1 mt lineare = 1,89 tons il sopracitato coefficiente che a partire dal 1/1/2022 troverà applicazione nelle tabelle di traffico del sistema. Sarà cura di AdSP introdurre gli opportuni correttivi nei dati storici pubblicati al fine di rendere confrontabili i dati espressi in tonnellate”.
L’Adsp, parlando di “armonizzazione”, dice in sostanza che fino a tutto il 2021, malgrado l’istituzione dell’ente unico risalga al 2016, i dati di Genova e Savona sono stati raccolti in maniera diversa. I metri lineari (l’unità di misura con cui vengono contabilizzati i rotabili) sono cioè stati convertiti (in tonnellate, procedura utilizzata a livello statistico per avere un’unica unità di misura del traffico e dati teoricamente comparabili su base geografica anche ai fini del coordinamento ministeriale) con due coefficienti diversi nei due porti.
Il che avrebbe anche un qualche fondamento metodologico (esistono fattori per cosi dire territoriali che caratterizzano i flussi dei singoli porti). Ma in una ratio comparativa quale è, almeno in parte, quella della misurazione dei traffici, logica vorrebbe che si utilizzasse un parametro unico e che, in teoria, tale parametro sia calcolato da chi, il Ministero, al coordinamento e alla comparazione dei vari porti dovrebbe maggiormente essere interessato.
Ad ogni modo è evidente che i numeri del traffico rotabile di Genova e Savona fino a tutto il 2021 sono stati misurati sulla scorta di un coefficiente sbagliato (ardito parlare di “attualizzazione”: la merce che viaggia su rotabili oggi non è diversa da quella di 2 o 5 o 10 anni fa). L’Adsp non ha comunicato quale sia il gap, né il segno né la quantità. Se cioè si intuisce che Genova e Savona calcolassero in modo difforme l’una dall’altra, non sappiamo tuttavia quanto (e neppure in che direzione) i rispettivi coefficienti si discostassero da quello ora ritenuto corretto (secondo quanto ricostruito da SHIPPING ITALY sarebbe stata Savona ad ‘attribuirsi’ una media di 1 milione di tonnellate l’anno di traffico in più).
E pure impossibile è verificare se i dati storici siano stati già aggiornati: proprio negli stessi giorni della pubblicazione della nota metodologica lo storico sito delle statistiche dell’Adsp è stato dismesso e i suoi contenuti trasferiti su quello nuovo, non è chiaro se già aggiornati, così da rendere impossibile un confronto (non essendo stato chiarito se il dato storico non sia stato già rivisto nell’ambito del trasferimento). Si attendono quindi chiarimenti per un problema che non è solo statistico, se, per fare un esempio del valore ‘politico’ dei numeri, si pensa che nel 2019 e nel 2020 l’Adsp ligure ha preceduto al vertice di quelle italiane quella di Trieste e Monfalcone per appunto circa 1 milione di tonnellate.
In Comitato gli ‘speciali’ Culmv, mentre il Pop slitta ancora
Ieri intanto si è svolto il Comitato di Gestione dell’Adsp di Genova e Savona. “Il Comitato di Gestione nella riunione odierna ha autorizzato la trasformazione dei 74 soci speciali di Culmv in soci ordinari, autorizzando altresì il piano di progressiva fuoriuscita di lavoratori che essendo in età più avanzata offrono minori disponibilità a svolgere la totalità delle mansioni richieste e dispongono mediamente di minori specializzazioni” ha spiegato una nota dell’ente in riferimento a una procedura iniziata sul finire del 2021. “Il board ha dato mandato agli uffici competenti di definire le necessarie procedure di attivazione delle misure di incentivazione al pensionamento (ex comma 15-bis art. 17 legge 84/94) a favore di 89 potenziali beneficiari, di cui 51 afferenti alla Culmv e 38 alla Culp” (fornitori di manodopera temporanea a Genova e Savona).
Malgrado il focus sul lavoro, neppure in questa seduta è stato portato in discussione il Piano Organico del Porto, il “documento strategico di ricognizione e analisi dei fabbisogni lavorativi in porto”, che l’Adsp dovrebbe produrre con valenza triennale e aggiornare annualmente e la cui ultima (e prima) versione risale invece al 2018. Lo spettro di un abbassamento degli avviamenti della Culmv stessa sarebbe il nodo che avrebbe bloccato l’iter, anche se neppure in occasione delle recenti agitazioni legati agli emendamenti al Ddl Concorrenza la Compagnia Unica e le segreterie sindacali vi hanno fatto menzione.
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