Cambiano le rotte dell’acciaio verso il porto di Monfalcone
Il cluster marittimo regionale cerca di accelerare gli interventi necessari ad accogliere navi di portata maggiore in arrivo da India e Brasile invece che dall’Ucraina
Se non arriva più dal porto ucraino di Mariupol e dal Mar Nero, l’accio al porto di Monfalcone nel prossimo futuro giungerà da oltreoceano e a bordo di navi di portata molto maggiore. Lo riporta il TGR del Friulia Venezia Giulia parlando di un rompicapo infrastrutturale per i porti del Friuli Venezia Giulia difficile da risolvere anche perché bandi e appalti per investimenti rischiano di essere ormai obsoleti e vanno rivisti totalmente.
Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale sul tema ha sottolineato che “tutti i progetti sul Pnrr chiaramente prevedono grandi infrastrutture, e l’acciaio è la materia prima più importante e sta subendo aumento dei costi e penuria di disponibilità. Questo sarà impatto più importante che avremo sul porto”. A Cividale il convegno “Metal Hub” su metallurgia e logistica si è trasformato in una sorta di unità di crisi con fari puntati sui nostri scali merci. Dal convegno è stata avanzata la richiesta di potenziare l’infrastruttura ferroviaria tra il polo della lamiera di San Giorgio, Cervignano e Monfalcone e aumentare la profondità dei fondali per consentire appunto l’arrivo di navi più grandi (provenienti da Brasile o India) e con pescaggio maggiore visto che gli approvvigionamenti dall’Ucraina sono chiaramente sospesi. Al momento sul fiume Aussa Corno dove sorge Porto Nogaro non possono essere effettuati i dragaggi.
Augusto Cosulich, amministratore delegato della Fratelli Cosulich, a questo proposito ha detto: “L’area è sequestrata già da due anni per motivi abbastanza sconosciuti (…) spero e mi hanno garantito che in tempi abbastanza brevi, parliamo entro l’estate, inizio autunno, tutto dovrebbe essere risolto”.
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