Fuga in avanti di Cingolani sul rigassificatore di Piombino
Il Ministro annuncia la definizione di un accordo per il piazzamento di una Fsru in banchina per 2 anni, ma Adsp e Comune lo smentiscono
“Stiamo installando due rigassificatori galleggianti di media taglia, da 5 miliardi di metri cubi. Su Piombino posso anticipare che l’accordo preliminare raggiunto prevede che sarà ospitato 1-2 anni in banchina, il tempo di realizzare le tubazioni per il posizionamento offshore”.
In cauda venenum, ieri il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, in audizione (su altro) alla Commissione Affari Esteri della Camera ha di sua sponte voluto aggiornare l’uditorio sulla gestione della sostituzione dei 29 miliardi di metri cubi di gas che oggi l’Italia importa dalla Russia, in vista del possibile stop agli acquisti dal paese aggressore dell’Ucraina. Richiamate l’ottimizzazione dei gasdotti (Tap in particolare) e delle strutture di rigassificazione esistenti, il potenziamento delle trivellazioni su suolo italiano e la negoziazione con 7 Stati per nuovi accordi di fornitura, la vera novità ha riguardato il progetto, annunciato alcune settimane fa con mandato a Snam, di acquisire due nuovi rigassificatori.
Uno sarebbe secondo Cingolani in arrivo, destinato, come detto, ad esser posizionato a Piombino, inizialmente in banchina, onde collegarlo subito alla rete di distribuzione in attesa di predisporre i gasdotti per un suo successivo posizionamento offshore.
Il problema è che della cosa – che ha ovvie ricadute: le banchina possibili sono quelle della parte ovest dello scalo, dove si sono appena insediate nuove attività (Pim – Piombino Industrie Marittime) o sono prossime a farlo: un rigassificatore e le gasiere per rifornirlo sono evidentemente incompatibili – Cingolani pare non aver informato le amministrazioni competenti.
“Ad oggi non abbiamo ricevuto alcun progetto o istanza né abbiamo contezza di accordi, preliminari o definitivi che siano” fa sapere l’Autorità di Sistema Portuale di Livorno e Piombino presieduta da Luciano Guerrieri: “Sappiamo ovviamente, anche perché ne affianchiamo i tecnici da giorni, che Snam sta conducendo approfondimenti sulla fattibilità dell’ipotesi di piazzare una Fsru in zona, ma sappiamo anche che l’interlocutore non può che essere il Governo. Per questo la fuga in avanti del Ministro ci ha lasciati perplessi: la disponibilità è massima ma la collocazione in banchina appare difficilmente percorribile per l’impatto che avrebbe sul porto e dovrebbe comunque essere affrontata insieme a Mims e Mise inquadrandola possibilmente nel più complesso e critico quadro della situazione piombinese e della tutt’ora irrisolta questione del futuro dell’impianto siderurgico”.
Addirittura “sconcertato” dalle parole di Cingolani si è dichiarato stamane a Il Tirreno il sindaco di Piombino Francesco Ferrari: “Apprendiamo dal ministro come Snam propenda per collocare una nave rigassificatore di oltre 300 metri nel porto, nella parte in cui si è insediata un’azienda che si sta sviluppando e sta assumendo lavoratori; proprio dove altre aree dovranno essere assegnate dall’Autorità portuale, la parte nuova su cui la città affida molte speranze per un rilancio economico, occupazionale e sociale. Un rigassificatore lì significherebbe congelare tutto questo per altri due anni e Piombino e i suoi abitanti non possono permetterselo”.
Sul no comment per ora la posizione di Pim, mentre nessun segnale giunge per il momento dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
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