Giovannini: “Il grande player italiano della logistica c’è già”
Il vertice del dicastero romano segnala “la strategia di Fs che punta a creare un polo infrastruttuale e un polo del trasporto merci”
Padova – L’eterno dibattito sulla assenza, e quindi sulla necessità, di un grande player italiano della logistica – spesso invocato guardando come modello a Dhl o Deutsche Bahn e al loro ruolo nell’economia della Germania – ha trovato durante il convegno Interporti al Centro uno spunto originale. Intervenuto via web, il Ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha invitato a individuare questo attore nel gruppo Ferrovie dello Stato.
“Devo segnalare la strategia di Fs che punta a creare un polo infrastruttuale e un polo del trasporto merci” ha evidenziato al riguardo il titolare del Mims, rimandando però per i dettagli (e forse anche per capire come questo disegno differirà dall’organizzazione attuale, in cui un ‘polo delle merci’ in seno al gruppo esiste già) al nuovo piano industriale dell’azienda, di prossima pubblicazione.
Più nel dettaglio, secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris a Previndai Media Player e come riportato anche da Mf, il piano, in arrivo entro aprile, porterà a una riorganizzazione generale delle società controllate, le quali potranno lavorare in maniera “più sinergica nella progettazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie e stradali, e dei relativi servizi che potranno davvero diventare più integrati, efficaci, sostenibili anche economicamente”. Dalle parole del ministro pare però di capire che potrà esserci anche qualcosa di più, anche considerato come si è sviluppata negli anni la discussione pubblica sull’assenza di un ‘grande player nazionale della logistica’.
In tempi recenti sul temaè tornata tra gli altri la Fit – Cisl, che tramite il suo segretario generale Salvatore Pellecchia, lo aveva descritto come fondamentale per la ripresa, sottolienando anche come l’Italia sia “l’unico Paese del G8 a non averne”. L’argomento è caro anche a Confetra che più volte ha evidenziato come gli operatori italiani del settore siano stati spesso utilizzati, ad esempio dalle multinazionali installate nella Penisola, come meri subfornitori di servizi, spesso a basso valore aggiunto.
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