Oltre 50mila treni e 1,2 milioni di Uti per gli interporti italiani nel 2021
Ecco i numeri relativi all’andamento del 2021 pubblicati nel report commissionato da Unione Interporti Riuniti a Nomisma
Padova – Oltre 50mila treni intermodali e 1,2 milioni di Uti (di cui: 476 mila container, 445 mila casse mobili, 472 mila semirimorchi e 7,5 tramite RoLa), per merce movimentata pari a circa 70 milioni di tonnellate. Sono alcuni dei numeri relativi all’andamento del 2021 degli interporti italiani che si ritrovano nel report commissionato da Uir a Nomisma (e focalizzato sul tema della transizione energetica) presentato dall’Ad di Nomisma Energia Alessandro Bianchi al convegno Interporti al centro che si è svolto a Padova lo scorso 8 aprile.
Si tratta di una rete composta da 26 scali intermodali (di cui 23 inseriti nelle reti Ten-T), il cui operato coinvolge 1.200 aziende di trasporto, generando tra le altre cose un transito giornaliero di mezzi pesanti (in ingresso e in uscita) di 25mila unità. Tutte attività, quelle appena citate, che si svolgono su aree che comprendono 32 milioni di metri quadrati di servizi logistici, 3 milioni di mq di terminal e 5 milioni di mq di magazzini (di cui 4,5 – ovvero la stragrande maggioranza – a temperatura ambiente, 0,365 del range ‘fresco’ e 0,235 di quello ‘freddo’).
Anche grazie alle caratteristiche sintetizzate da questi numeri, gli interporti italiani hanno raggiunto posizioni di primo piano in Europa, come evidenziato da Bianchi.
Secondo una analisi di Deutsche GVZ-Gesellschaft mbH citata nel report di Nomisma, sono infatti ben 6 le realtà italiane presenti nella lista dei primi 14 interporti ‘strategicamente più importanti’ del continente. Nell’ordine, si tratta di Quadrante Europa Verona (secondo posto), Parma (settimo), Bologna (ottavo), Padova (decimo), Nola (undicesimo) e Torino (quattordicesimo). Da notare che la lista contiene solo 4 interporti tedeschi, posizionati però in prima e terza posizione (Brema e Norimberga, rispettivamente), nonché al quinto posto (Berlino Sud) e al dodicesimo (Berlino Wesr Wustermark).
“L’ampia presenza degli interporti italiani ai vertici della classifica europea, dimostra che la rete UIr può essere considerata in pieno un vantaggio competitivo, che l’Italia può giocare nei confronti dei concorrenti europei più importanti” conclude al riguardo Nomisma, rilevando anche come il loro ruolo possa anche essere quello di permettere ai porti “di collegarsi alle zone produttive nazionali con modalità sostenibili di trasporto, fattore che vede oggi purtroppo i nostri porti in difficoltà rispetto ai competitor europei”.
F.M.
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