Alessandria torna retroporto ideale della Liguria per sognare 4 milioni di Teu
Gli Stati Generali della Logistica promossi dalle Regioni del Nord Ovest rilanciano il progetto di inland terminal oltre Appennino per accogliere e smistare circa 500 mila container all’anno
Inaugurati 6 anni fa, gli Stati Generali della Logistica del Nord Ovest, vetrina della cabina di regia approntata dalle Regioni Liguria, Lombardia e Piemonte sul tema, si sono svolti quest’anno ad Alessandria.
Location non casuale alla luce del progetto di realizzare presso il centro ferroviario di Alessandria Smistamento un hub retroportuale per gli scali dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (Genova e Savona-Vado), progetto rilanciato da più parti da qualche anno ad oggi e sostenuto da cospicui finanziamenti pubblici, veicolati principalmente attraverso il decreto Genova e con l’intermediazione di Uirnet (oggi diventata Digitalog), che nell’aprile 2021 ha appaltato per 165mila euro il “Servizio di Redazione dello Studio Trasportistico relativo al Nuovo Scalo Alessandria e di Supporto alla successiva Analisi Costi e Benefici” a un raggruppamento di società di consulenza (Redas Engineering, GO-Mobility, FIT Consulting).
Lo studio, però, è da terminare e quindi ancora una volta gli Stati Generali hanno visto succedersi una serie di interventi preliminari per così dire, più o meno approfonditi, sulle potenzialità della retroportualità basso-piemontese, sulle necessità infrastrutturali per attuarle, sui progetti già realizzati in tale direzione e quelli da attuare, sulle relative criticità (sorvolando su quelle più stringenti, fra cui la recente interdizione antimafia dell’appaltatore, il Consorzio Research, del tratto Pozzolo-Tortona del Terzo Valico) e sui benefici dello switch modale. Il tutto naturalmente sul presunto assioma di un’eterna crescita della domanda di trasporto, malgrado da oltre dieci anni la capacità portuale ligure (e italiana in generale) resti sottoutilizzata e i quantitativi di merce movimentata ristagnino. A meno che tutto questo non serva a conquistare traffici nel Centro Europa ma anche questa è un’eterna (promessa) incompiuta.
Nondimeno, incurante anche dell’impietosa sorte riservata a Uirnet dal Governo di più larghe maggioranze della storia repubblicana, la Fondazione Slala, braccio operativo dei fautori (in primis le regioni Piemonte e Liguria) del progetto alessandrino, sulla base di “studi paralleli della Bei e di Uirnet” stessa sulla sua profittabilità, vi ripone piena fiducia.
“Non è un’ipotesi progettuale, è una sfida che va vinta per la portualità ligure ma specialmente per la competitività ed efficienza del sistema industriale e logistico del Nord Ovest e quindi dell’intero Paese” ha affermato il presidente di Slala, Cesare Rossini. Che poi ha aggiunto: “Con 20 milioni circa già disponibili nel Decreto Genova ai quali potrebbe sommarsi un intervento specifico della BEI, con la creazione dei Buffer, veri e propri cervelli pensanti del sistema, con l’intesa fra Slala e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale sfociata nella scelta di queste strutture come retroporto in grado di accogliere e smistare circa 500.000 container all’anno, e con la Zona Logistica Semplificata, il sistema portuale ligure, oggi ai limiti del collasso anche a causa dei lavori sulla rete autostradale, potrebbe crescere dai circa 2,7 milioni di container Teu attuali a oltre 4 milioni, centrando parallelamente una serie di obiettivi strategici: decongestionare l’intero sistema (a beneficio anche di altre filiere come quella turistica), abbattere l’impatto ambientale, liberare le autostrade dalla morsa del traffico, incrementare i traffici portuali (e il conseguente gettito Iva), fertilizzare le aree retroportuali anche per eventuali attività industriali indotte. Il tutto con una proiezione di ritorno degli investimenti difficilmente riscontrabile in altre opere pubbliche. Senza considerare il fatto che proprio lo Scalo Smistamento di Alessandria si troverà nevralgicamente all’uscita di un ramo del Terzo Valico ferroviario e quindi nella posizione ottimale per svolgere, insieme con le altre aree retroportuali raccordate, una vera e propria funzione di polmone”.
A.M.
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