Confitarma e Assarmatori unite nel chiedere lo svecchiamento del Codice della Navigazione
Un intervento è ritenuto necessario per garantire la competizione con altre bandiere più “flessibili e shipping friendly”
Insieme a Roma per un evento organizzato dal Comando generale delle Capitanerie di porto per celebrare gli 80anni del Codice della Navigazione, Confitarma e Assarmatori hanno festeggiato la ricorrenza invocando però anche uno svecchiamento del testo.
“Un ottantenne in splendida forma”, ha sintetizzato LucaSisto, direttore generale della prima, “al quale però non possiamo chiedere di correre i 100 metri dell’odierna competizione nei mari d’Europa senza un’accurata cura di semplificazione e deburocratizzazione, accompagnata da una riforma della governance della navigazione”. La necessità, ha aggiunto, è quella di contrastare il cosiddetto flagging out, “per poter competere con le altre bandiere più flessibili e shipping friendly“, anche in considerazione del fatto che tra poche settimane potrebbe sparire la flotta dedicata ai traffici internazionali, in considerazione dell’ormai imminente adeguamento dell’attuale sistema di regole a quanto disposto dalla Commissione Europea con la Decisione del giugno 2020 sull’estensione dei benefici del Registro Internazionale alle bandiere comunitarie”.
Parole condivise dal Segretario Generale di Assarmatori, Alberto Rossi, per il quale il tema della competitività non riguarda solo la bandiera italiana ma “il cluster marittimo del nostro paese nel suo insieme”. Due i temi che secondo Rossi vanno tenuti presenti: quello dell’integrazione del Codice con i principi dell’Unione Europea, in particolare rispetto alla tutela della concorrenza, e quello della transizione energetica, che deve essere affrontata rispettando principi di sostenibilità sociale, economica e ambientale. Il riferimento in particolare è al pacchetto Fit for 55 che “rischia di violare il principio di proporzionalità, andando ad impattare in modo ben più corposo su un Paese, come l’Italia, che vanta la più grande popolazione insulare del continente e, di conseguenza, la maggiore flotta dedicata a questi collegamenti”. Per ultimo Rossi ha parlato dell’inclusione dello shipping nel meccanismo dei certificati di emissione (ETS), il quale “comporterà una delocalizzazione dei traffici di transhipment, sui quali rischiamo quindi di perdere il controllo a vantaggio dei porti del Nord Africa”.
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