Anche Luca Becce preoccupato dagli effetti delle sanzioni sui porti italiani
Il presidente di Assiterminal evidenzia il problema in ottica futura per il crescente processo di elettrificazione degli equipment
Quest’ultimo ha affidato a Facebook un commento nel quale si legge che “gli impatti sulla nostra categoria sono limitati solo al momento. Ma a lungo andare la crisi che si determina in parti del sistema manifatturiero che alimentiamo si sentiranno eccome”. Luca Becce poi ha aggiunto: “La logica più quantitativa che qualitativa delle sanzioni diventa un boomerang. Soprattutto dovendo escludere dalle stesse le uniche materie che davvero generebbero un impatto sul sanzionato: l’energia. Altra ragione per la quale la nostra categoria dovrebbe e dovrà cimentarsi anche su questa parte di discussione, la indipendenza energetica, a maggior ragione in presenza di un crescente processo di elettrificazione degli equipment”.
Anche su questo l’Associazione italiana dei terminalisti portuali si confronterà il prossimo 4 maggio a Roma in occasione della sua assemblea annuale.
Prima di lui Alessandro Becce aveva detto: “Fatico a capire la logica di alcune sanzioni: una volta arrivate sulle banchine dei nostri porti viene bloccato lo sdoganamento di merci riconducibili alla Russia o a società controllate da oligarchi in black list. Tale azione sta penalizzando la nostra industria siderurgica che ha fame di materie prime (ghisa, rottame, bricchette). Peccato che le merci in questione vengono pagate all’imbarco e pertanto agli oligarchi o alle società oggetto di tali restrizioni non frega nulla di quanto accade nei nostri porti in quanto hanno già incassato quanto dovuto”. Al danno di non poter ritirare le merci già pagate si somma anche l’occupazione in banchina di spazi preziosi.
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