Copasir: “Realizzare un nuovo gasdotto Spagna – Italia tra Barcellona e Livorno”
Servirà anche una ‘politica per l’Africa’ volta ad assicurare stabili relazioni con i Paesi del Mediterraneo allargato a garanzia delle attività e dei progetti avviate dalle imprese italiane operanti nel settore energetico
Nei giorni scorsi il Comitato parlamentare sulla Sicurezza della Repubblica (Copasir) ha approvato la relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica. Nei vari scenari di breve, medio e lungo termine, valutando le infrastrutture di rete e di connessione, vengono evidenziate le strategie di diversificazione degli approvvigionamenti del gas necessarie per l’affrancamento dell’Italia e dell’Europa dal gas russo, che nel corso degli ultimi 20 anni è accresciuto arrivando a rappresentare oltre il 40% del mix energetico.
Nel paragrafo conclusivo è scritto che “l’Italia può giocare un ruolo di primo piano candidandosi, anche grazie alla peculiare posizione geografica, al ruolo di hub energetico per l’intera Unione Europea. Il nostro Paese vanta, infatti, una rete trasmissiva per l’energia elettrica – quella di Terna – interconnessa con gli altri Paesi europei e con la sponda Sud del Mediterraneo, ancorché sia da potenziare e sviluppare per essere in grado di gestire la raccolta di energia prodotta da future integrazioni di impianti a fonti rinnovabili. Allo stesso tempo, la rete di gasdotti – di proprietà di Snam – è la più ampia nel bacino del Mediterraneo, la seconda a livello europeo dopo quella gestita da Gazprom ed è in parte già predisposta per il trasporto di idrogeno”.
Attraverso una serie di interventi di potenziamento infrastrutturale delle interconnessioni fra i paesi Ue, in particolare di quelle verso il nostro Paese, così come delle dorsali che lo attraversano da Sud a Nord superando le attuali strozzature nella rete che limitano la capacità di trasporto del gas, “sarebbe possibile rifornire attraverso l’Italia anche i grandi consumatori europei grazie alla capacità del TAG di operare in regime di ‘flusso inverso’.”
Interessante per i potenziali effetti sul mondo della logistica e degli approvvigionamenti di gas anche il passaggio in cui la relazione spiega che “in primo luogo andrebbe sostenuto il progetto di realizzazione di un gasdotto Spagna – Italia tra Barcellona e Livorno che consentirebbe, tra l’altro, l’afflusso del gas immesso in rete dal vasto e attualmente sottoutilizzato sistema dei rigassificatori spagnoli. Essi potrebbero rifornirsi di Gnl proveniente da USA e Argentina”. Recentemente era emersa la notizia che il Ministero della transizione energetica avesse disposto già nel breve periodo l’avvio di un navettamento per rifornire di gas allo stato liquido (Gnl) il rigassificatore di Panigaglia (Spezia) via nave.
Il documento prosegue evidenziando l’importanza del “raddoppio della capacità di trasporto del Tap e il riavvio del progetto Eastmed-Poseidon” che “potrebbero dar luogo a nuove forniture di gas da est”. Inoltre, “investendo in energia rinnovabile – solare in prevalenza – nei Paesi del Nord Africa, si potrebbe produrre – secondo il Copasir – energia elettrica da impiegare per la generazione di idrogeno verde. L’idrogeno così prodotto, ovvero trasformato in metano sintetico, potrebbe essere trasportato in Europa attraverso l’Italia e rifornire anche il resto dei Paesi dell’Unione”.
Perché possano verificarsi le condizioni necessarie alla realizzazione dei progetti indicati la relazione sottolinea come sia indispensabile che l’Italia “promuova con decisione, in sede comunitaria, i richiamati interventi infrastrutturali e che allo stesso tempo adotti una ‘politica per l’Africa’ volta ad assicurare stabili relazioni con i Paesi del Mediterraneo allargato a garanzia delle attività e dei progetti che le imprese italiane, operanti nel settore energetico, hanno già posto in essere e che dovranno necessariamente realizzare”.
Il documento prosegue sottolineando come emerga “in tutta evidenza come sia assolutamente necessario programmare senza ulteriori indugi una nuova politica energetica con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’estero e di affrancarci nel più breve tempo possibile dalle forniture russe, sia per quanto riguarda il carbone e il petrolio, sia per quanto riguarda il gas. Per farlo – scrivono – occorre procedere laddove possibile anche attraverso il potere sostitutivo dello Stato e comunque lo snellimento di ogni processo autorizzativo al fine di incrementare la produzione energetica nazionale soprattutto con riferimento alle energie rinnovabili, per le quali si rinnova l’esigenza di un sostegno pubblico anche in termini finanziari per il settore fotovoltaico e aumentare le potenzialità di stoccaggio, diversificare le fonti energetiche, realizzare le reti necessarie per fare del nostro Paese l’hub energetico del Mediterraneo e dell’Europa nel contesto atlantico.
Secondo il Copasir “avremo davanti due anni decisivi, dovremo sopperire ai maggiori costi per famiglie e imprese, nella prospettiva europea e con adeguate risorse anche nazionali. Si tratta di misure necessarie perché la guerra in Ucraina non è una parentesi ma una svolta nella storia. Ciò vale anche e soprattutto per la politica energetica e di conseguenza anche per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime, terre rare e minerali preziosi necessari per le filiere energetiche e produttive in quantità crescente nel passaggio a un considerato ‘sistema energetico pulito’, per le quali occorre anche in tal campo attivare una autonomia strategica europea e occidentale, nonché elaborare uno specifico Piano nazionale”.
Il Comitato, in conclusione, invita il Parlamento e il Governo “a predisporre le misure necessarie confidando in un’ampia condivisione e nella consapevolezza che ogni ritardo sia un ulteriore incoraggiamento alla guerra. Il Paese dispone delle risorse necessarie per operare velocemente questa transizione con l’obiettivo di diventare l’hub energetico europeo e mediterraneo che può consentirci di liberarci della dipendenza dalla Russia, migliorare le condizioni ambientali, evidenziare il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo e in Europa. La crisi, se affrontata con determinazione e consapevolezza, può persino diventare un’opportunità”.
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