Guerrieri frena sul piano industriale di Jsw a Piombino
L’acciaieria basa l’atteso programma di rilancio su un contratto decennale con Rfi ancora da chiudere: per l’Adsp servirà però una gara per il rinnovo delle concessioni in porto
Non senza perplessità fra sindacati e istituzioni locali, abituati da una pluriennale teoria di annunci rimasti lettera morta, Jsw, la multinazionale indiana proprietaria delle acciaierie di Piombino, si è presentata nei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere del proprio nuovo piano industriale, atteso da mesi.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il perno sarebbe la partecipazione ad un appalto di Rfi relativo alla produzione decennale di rotaie. La commessa permetterebbe l’aggiornamento delle tre linee di laminazione, la realizzazione del forno elettrico e il riassorbimento del personale fino a 1.200 lavoratori.
Fra i partecipanti all’incontro il più ottimista è stato il presidente della Regione Eugenio Giani, pur cominciando a mettere qualche paletto: “Finalmente si torna a parlare di lavoro e di investimenti. L’Accordo di programma dovrà essere integrato per rifissare le regole, con diritti e doveri da rispettare, ma è questa la strada giusta”.
Decisamente più cauto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Livorno e Piombino Luciano Guerrieri, che, in un post su Facebook, conferma la linea tracciata nei mesi scorsi, rimarcando quanto già detto dalla Regione sulla necessità “di chiare e precise garanzie, come fideiussioni e clausole risolutive espresse”: “Ritengo che tali clausole non possano far parte di un eventuale contratto tra Rfi e Jsw, ma devono essere parte integrante degli atti autorizzativi degli enti pubblici ed essere a monte previste in termini di indirizzo condiviso nell’aggiornamento dell’accordo di programma da sottoscrivere. Per questo ho chiesto una riunione urgente di tutti i soggetti sottoscrittori di parte pubblica con i quali condividere le criticità esistenti per il rilascio/rinnovo di una concessione da parte della Autorità Portuale (ma anche dell’Agenzia del Demanio), che peraltro ritengo sia da sottoporre ad una procedura di evidenza pubblica con possibilità di istanze concorrenti”. Il n. 1 dei porti di Livorno e Piombino ha concluso il post stigmatizzando l’assenza all’incontro del Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che ha giudicato negativa.
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