Riprende quota il ferrobonus portuale
Approvato un emendamento al Decreto Ucraina: i terminalisti potranno ottenere sconti sui canoni trasferendo traffico su ferro
La norma esisteva già, pensata dallo staff dell’allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e inserita nella manovrina finanziaria dell’aprile 2017 (Dl 50/2017), ma ora è stata rilanciata, previo un leggero ritocco che, consolidandone la base finanziaria, la renderà più appetibile per le Autorità di Sistema Portuale.
Stiamo parlando di un emendamento, approvato ieri sera in Senato nel corso dei lavori di conversione del Dl 21/2022 (“Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”), che consentirà agli enti portuali di “riconoscere, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e nel rispetto degli equilibri di bilancio nonché dei limiti minimi dei canoni di cui all’articolo 18 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, una progressiva diminuzione dei canoni di concessione in funzione del raggiungimento di specifici obiettivi di traffico ferroviario portuale generato da ciascuna area o comunque ad essa riconducibile. Ciascuna autorità di sistema portuale stabilisce gli obiettivi specifici di traffico ferroviario, l’entità e le modalità di determinazione dello sconto compatibilmente con le risorse disponibili nei propri bilanci”.
La norma era rimasta di fatto inutilizzata perché attuabile solo e tassativamente attraverso riduzione dei canoni minimi, già largamente applicati. L’idea di riprenderla aprendo alla possibilità di attingere più genericamente a risorse nella disponibilità delle Adsp (a coprire riduzioni dei canoni altrimenti inammissibili) era emersa qualche mese fa nel corso di un seminario organizzato da Fise Uniport ed è stata ora concretizzata dall’emendamento proposto dal senatore Salvatore Margiotta (Pd).
A.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY