Inchiesta Delcomar: chieste pene molto severe per l’armatore Del Giudice e per il figlio
Le accuse sono di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, falsità in atti pubblici e attentati alla sicurezza dei trasporti
Per il pubblico ministero che ha indagato sull’inchiesta riguardante i traghetti della compagnia di navigazione Delcomar attivi sui collegamenti tra la Sardegna e le isole minori alcune delle navi impiegate non avevano le caratteristiche previste dal bando della Regione aggiudicato per i servizi di continuità territoriale marittima. Per questo si è chiusa con una doppia richiesta di condanna per i vertici della società e della Delcoservizi la requisitoria del pubblico ministero Giangiacomo Pilia al processo con rito abbreviato a Cagliari nei confronti degli armatori Franco Del Giudice e del figlio Enzo Giorgio: per il primo l’accusa ha chiesto sei anni di reclusione, per il secondo quattro anni.
Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa davanti alla giudice Cristina Ornano, il titolare dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza – che ha portato lo scorso anno al sequestro preventivo dei traghetti che effettuano i collegamenti con Carloforte e La Maddalena, nonché di beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 64 milioni di euro – ha ritenuto provate le accuse di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, falsità in atti pubblici e attentati alla sicurezza dei trasporti.
L’inchiesta si era concentrata sulla gara che la Delcomar si era aggiudicata dalla Regione Sardegna nel 2016, un contratto della durata di sei anni per l’importo complessivo di 70,1 milioni di euro (Iva esclusa) con opzione di estensione del servizio fino a 9 anni per un totale di oltre 104 milioni. Secondo l’accusa, alcuni dei traghetti impiegati da Delcomar per i collegamenti con Carloforte e La Maddalena non erano conformi alle disposizioni previste dal bando in materia di accessibilità per disabili e persone anziane. La prossima udienza è fissata per il 24 maggio.
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