Taranto ‘respinge’ il piano ma dà fiducia a Yilport almeno per altri due anni
Al San Cataldo Container Terminal i livelli di traffico dovranno essere pari al minimo garantito per i primi due anni di concessione e a prescindere dai dragaggi
Il Comitato di Gestione dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio si è riunita nella giornata di lunedì 30 maggio per valutare la documentazione presentata dalla San Cataldo Container Terminal, controllata del gruppo Yilport, a cui è stata data la concessione del molo polisettoriale del porto di Taranto e ha ritenuto parzialmente giustificato il mancato rispetto del piano industriale relativo ai primi due anni.
Lo riferisce l’Ansa spiegando che il Comitato, secondo quanto si è appreso dall’Autorità di sistema portuale tarantina, ha preso atto del nuovo piano biennale presentato nelle scorse settimane dal terminalista ma ha deciso di non approvarlo.
È stato quindi deciso di dare mandato al presidente dell’Adsp del Mar Ionio, Sergio Prete, “di inviare una comunicazione ufficiale alla San Cataldo Container Terminal con la quale si comunica che i livelli di traffico devono essere pari al minimo garantito per i primi due anni di concessione, ovvero 105.000 Teu il primo anno e 245.000 il secondo, sottolineando come gli stessi siano svincolati dall’effettuazione dei lavori previsti per il dragaggio dei fondali”. Yilport nel suo piano presentato nelle scorse settimane aveva invece garantito fino a 163 addetti assunti e 71mila Teu entro fine 2022 e 256 occupati e 141mila Teu nel 2023 si attesterà sulle 256 unità in caso di completamento del dragaggio; altrimenti 90mila Teu senza dragaggio.
Il Comitato di Gestione ha manifestato “la disponibilità – hanno riferito le fonti della port authority – a concedere una proroga di 24 mesi per il completamento dei lavori di ristrutturazione del terminal, che però dovranno valere contemporaneamente anche per quanto riguarda le opere pubbliche in essere, a partire proprio dal dragaggio”.
Il Comitato di Gestione non ha ritenuto quindi al momento di avviare la procedura di revoca, anche parziale, della concessione, che ha la durata di 49 anni.
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