Al San Cataldo Container Terminal saltata un’altra testa
Dopo Del Prete, a valle del confronto con Adsp Taranto sul piano industriale si dimette anche Nicola Sartini, Co-Ceo del gruppo Yildirim
Che ci sia un legame nessuno – compreso il diretto interessato – l’ha ufficializzato, ma è impossibile non ipotizzare che le improvvise dimissioni di Nicolas Sartini da direttore generale di San Cataldo Container Terminal (Scct) possano essere legate anche all’esito del recente confronto con l’Autorità di Sistema Portuale di Taranto sul mancato conseguimento degli obiettivi di traffico e di occupazione previsti dal terminalista quando sul finire del 2019 ottenne una concessione di 49 anni sul Molo Polisettoriale
La bocciatura da parte dell’ente del nuovo piano d’impresa, del resto, pare del resto un innesco ideale per l’addio del manager, reso noto oggi da La Gazzetta di Taranto. Non è tuttavia chiaro se Sartini, da poco subentrato a Raffaella Del Prete, si sia dimesso anche dal ruolo di co-Ceo che aveva nel gruppo Yildirim. Certo è che la posizione assunta da Adsp non avrà soddisfatto né lui né il suo datore di lavoro.
Scct avrebbe dovuto movimentare 100mila Teu il primo anno e 245mila nel secondo arrivare al milione in cinque anni, ma nei primi due anni. 2020 e 2021, invece, hanno visto un traffico decisamente inferiore. Il terminalista turco si è appellato al Covid e ha richiamato la mancata effettuazione dei dragaggi, proponendo un piano d’impresa che prevede 163 addetti assunti (erano un centinaio a fine 2021) e 71mila Teu entro fine 2022 e 256 occupati e 141mila Teu nel 2023 in caso di completamento del dragaggio, altrimenti 90mila Teu senza dragaggio.
A prescindere dal dragaggio, che difficilmente potrà essere completato entro fine 2023 (il progetto è impastoiato dalle problematiche di tenuta della vasca di colmata, emerse negli anni scorsi e ancora irrisolte), Adsp, considerando di azzerare i primi due, ha respinto la proposta e fatto presente a Scct che i volumi dovranno essere quelli promessi per 2020 e 2021. Per contro ha scelto di non procedere a revoche o restrizioni della concessione, forse a fronte della propria inadempienza sui tempi dell’escavo.
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