Catani: “Il voto sul sistema Ets genera forti incertezze sugli investimenti”
Il vertice di Gnv e rappresentante di Assarmatori ha elencato le modifiche nel sistema di scambio di quote delle emissioni necessarie per rendero percorribile il piano previsto
Il voto di ieri, con cui il Parlamento europeo ha bocciato il rapporto sulla riforma del mercato europeo Ets (Emission trading scheme) rispedendolo alla Commissione Ambiente, “fornisce allo shipping italiano e a quello europeo nel suo complesso il tempo indispensabile per proseguire nel dialogo con i vari interlocutori sulle criticità del pacchetto Fit for 55 e palesa una presa di coscienza, almeno per quanto riguarda il trasporto marittimo, della complessità della normativa in questione, relativa all’abbattimento dei fumi da parte delle navi nonché della necessità di effettuare ulteriori approfondimenti”.
Così ha commentato a caldo Matteo Catani, amministratore delegato di Grandi Navi Veloci e membro del board di Assarmatori, che già nei mesi passati aveva preso posizione contro il pacchetto.
Nel corso del Forum Shipowners&Shipbuilding, il numero uno di Gnv ha ribadito che “a oggi non esiste chiarezza su quali tecnologie possano consentire in un lasso di tempo così breve di raggiungere i risultati aspettati. E ciò comporta forti incertezze sugli investimenti e una non piena consapevolezza, da parte dei legislatori, sui tempi necessari per l’adattamento tecnologico delle navi”.
Sul tema, Assarmatori ha poi ricordato le modifiche nel sistema di scambio di quote delle emissioni che a suo dire renderanno percorribile il piano: una tempistica di phasing-in “più realistica”, l’esenzione per segmenti quali quelli che garantiscono la continuità territoriale e il transhipment, un monitoraggio dell’impatto della misura, l’impiego delle risorse derivate dall’acquisto di quote per finanziare ricerca e investimenti tecnologici necessari per raggiungere gli obiettivi.
Secondo Catani è inoltre necessario che il sistema di scambio consideri l’intero ciclo di vita dei carburanti, valutando quindi anche le emissioni prodotte durante la fase di produzione, trasporto e stoccaggio. La decisione del parlamento europeo, che permetterà di avere “maggior tempo di riflessione e analisi” da dedicare alla misura, è quindi anche utile per “evitare di assumere decisioni intempestive che rischiano di andare in senso contrario rispetto agli obiettivi prefissati in termini di sostenibilità”.
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