“A Genova riconsegnare almeno 500.000 mq delle aree di Cornigliano ad attività portuali”
Il sindaco Marco Bucci ha chiamato a raccolta il cluster marittimo locale chiedendo di supportarlo in questa partita contro Acciaierie d’Italia
Genova – Nelle ultime settimane la proposta era già iniziata a mergere con forza ma parzialmente ‘silenziata’ dalla campagna elettorale per le elezioni del nuovo sindaco di Genova. Oggi, dal palco dell’assemblea annuale di Assagenti (l’associazione locale degli agenti e broker marittimi), si è levata forte e chiara la richiesta di riconvertire parte delle aree di Cornigliano attualmente occupate (ma scarsamente utilizzate) da Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva) per destinarle ad attività di logistica e portualità. Ad aprire le danze è stato proprio il presidente di Assagenti, Paolo Pessina, che durante l’intervista pubblica seguita alla sua breve relazione condita di richieste concrete, ha posto questo interrogativo: “Genova non crede che l’area di Cornigliano vada riconvertita? Parlarne in questa città sembra essere quasi un tabù ma non si può più rimandare questa discussione”.
Un assist colto al volo del sindaco uscente (ma destinato alla riconferma) Marco Bucci che ha dichiarato: “Non possiamo tenere in questa città tutte quelle aree inutilizzate. Lasciamo all’impianto siderurgico tutto ciò che serve per l’attività ma riconvertiamo e utilizziamo il resto. Come minimo 500.000 metri quadrati” sarebbero oggi assegnabili al business della logistica e dell’economia portuale. “Io ci ho provato e mi hanno massacrato ma proviamoci tutti insieme, magari riusciamo a ottenere un risultato importante”. Chi lo abbia massacrato il sindaco Bucci non lo ha detto ma è evidente che lo scoglio da superare sia proprio la stessa Acciaierie d’Italia indisponibile a rinunciare ad altri metri quadrati che non siano quelli già previsti dall’accordo di programma del 2005.
In quella data, come ricorda Società per Cornigliano, venne raggiunta un’intesa dell’Atto Modificativo conseguente a un oprimo accordo del ’99 e per effetto del quale venne dismessa la produzione a caldo dell’acciaierie con conseguente restituzione di aree per circa 343.000 mq. (nello specifico 265.000 mq a Società Per Cornigliano e 78.000 mq al demanio aeronautico, utilizzate dall’aeroporto).
N.C.
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