Ance: “Lo avevamo detto: progetto diga era a rischio”
Bagarre politica a valle della procedura deserta per la buova diga di Genova. Ma Toti promuove l’operato di Adsp e chiede solo più soldi al Governo
Come anticipato ieri da SHIPPING ITALY alla scadenza del termine per la presentazione di offerte per effettuare la progettazione definitiva, quella esecutiva e eseguire i lavori della nuova diga foranea di Genova, nessuna delle due cordate in gioco ha sottoposto una busta, lamentando la non adeguatezza dell’importo (930 milioni di euro circa) al rialzo dei prezzi delle materie prime verificatosi negli ultimi mesi e il tempo limitato (conclusione entro fine 2026) per un’opera che non ha eguali per dimensioni e profondità nella storia della portualità mondiale.
Durissimo il commento di Ance, l’associazione dei costruttori edili, che ha ricordato di aver invano recentemente “invitato l’Autorità di sistema portuale a fermarsi prima che fosse troppo tardi e a valutare con attenzione il progetto della diga, a rischio tecnicamente, finanziariamente e operativamente”. A parlare, in una nota, il presidente della sezione ligure, Emanuele Ferraloro: “Non ci fa certo piacere aver lanciato per tempo tutti gli alert possibili, aver dovuto registrare le rituali e un po’ infastidite rassicurazioni dell’Autorità di sistema portuale, nonché le esultanze della politica per l’avvio della gara, ma il caso diga rischia di provocare un’onda d’urto devastante, con effetti drammatici sulla credibilità del sistema Italia. Quando si prenderà coscienza dell’unico vero problema italiano: la traduzione in fatti dei proclami, la trasformazione delle carte in opere?”
Un tentativo di risposta è arrivato dagli autori dei proclami. Il sindaco e commissario per il piano straordinario delle opere portuali Marco Bucci ha mostrato ottimismo: “Sulla diga troveremo una soluzione. Andremo avanti in ogni caso, nel pomeriggio l’Autorità portuale definirà come si procederà. La situazione è difficile non certo per colpa di ciò che accade in Italia ma per le dinamiche internazionali che si sono create in questo periodo”.
A fargli eco, indicando chiaramente il percorso su cui si punta, il presidente della Regione Liguria? Giovanni Toti: “Adesso si passerà alla negoziazione (la procedura andata deserta era volta proprio a presentare un’offerta, compatibile col budget a disposizione, sulla cui base avviare una negoziazione, ndr), le aziende che hanno fatto una manifestazione d’interesse preliminare saranno chiamate per trovare la possibilità di far partire l’opera. Ne ho parlato ieri con il presidente dell’Adsp Paolo Signorini e credo si appresti a fare questo. Servirà un ulteriore finanziamento ma non credo che qualche decina di milioni di euro facciano la differenza. L’importante è non interrompere la corsa positiva e far partire il cantiere entro l’inizio dell’anno”.
Signorini silente, a Toti ha replicato il deputato Pd Davide Gariglio: “Le dichiarazioni di Toti, che pretende di risolvere tutto con qualche milione di euro in più, sono sconcertanti. In questi mesi è emerso che questo progetto potrebbe costare non uno, ma due miliardi; nonostante gli allarmi sollevati dai costruttori e dalle associazioni dello shipping, nonostante le pesanti critiche sollevate qualche mese fa dal direttore tecnico del Project Management Consulting, si è infatti voluto andare avanti lo stesso con il risultato sconcertante di non aver alcun partecipante alla gara. La più importante tra le opere infrastrutturali del Pnrr, nonostante i poteri commissariali conferiti al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, entra ora in una fase critica per i tempi di realizzazione. Il governo deve intervenire”.
Note di analogo tenore da parte del Pd Liguria e del consigliere regionale di opposizione Ferruccio Sansa, mentre “preoccupazione per crescita, sviluppo e lavoro con una richiesta alle istituzioni di far luce su quanto sta accadendo” è arrivata dalle segreterie di Uil Liguria, Feneal Uil e Uiltrasporti Liguria.
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