Confitarma: “Sostenere economicamente i giovani che vogliono intraprendere le carriere del mare”
Le ragioni dell’emergenza per Gavarone e d’Amico stanno nell’aumento del numero dei traghetti e nella concorrenza dei lavori a terra. Ma le retribuzioni non sono considerate un elemento di riequilibrio di domanda e offerta nemmeno per camera e cucina
A valle della chiusura (o quasi) del Governo alla richiesta di derogare immediatamente alle regole sulla nazionalità per l’imbarco dei marittimi impiegati su navi ro-ro e ro-pax in servizio in Italia, sul tema è tornata ad esprimersi Confitarma.
“Innanzitutto, è importante ricordare che il gap fra domanda e offerta di lavoratori marittimi è un fenomeno strutturale di carattere mondiale da tempo denunciato da importanti Associazioni internazionali, quali il Bimco” esordiscono Giacomo Gavarone, presidente del Gruppo Tecnico Risorse Umane e Relazioni Industriali, e Salvatore d’Amico, presidente del Gruppo Tecnico Education e Capitale Umano.
“Per fronteggiare tale problematica, l’armamento italiano da tempo sta investendo in maniera consistente nella formazione dei lavoratori marittimi. Ricordo che i vari Its del Mare sono un’eccellenza nel panorama formativo nazionale in quanto, dopo il conseguimento del diploma, consentono tassi di occupabilità vicini al 100%. Per questo, l’attività degli Its dovrebbe essere fortemente ampliata e, a tal fine, l’auspicio è che le importanti risorse economiche previste nel Pnrr possano essere messe a disposizione degli Its in tempi rapidi e con modalità efficaci per la realizzazione di nuovi corsi, in particolare, quelli per conseguire la certificazione di Ufficiale di macchina, per i quali si riscontra un’evidente mancanza di vocazione da parte delle nuove generazioni” ricorda d’Amico.
A fargli eco Gavarone sottolinea “che, rispetto al passato, grazie all’accordo sindacale per l’imbarco degli Allievi del 2020, è notevolmente aumentato il numero di Allievi Ufficiali imbarcati sulle navi di bandiera italiana: ogni giorno a bordo delle navi armate dalle aziende associate a Confitarma sono mediamente imbarcati due Allievi Ufficiali. In occasione del prossimo rinnovo contrattuale, Confitarma non si sottrarrà alla discussione con le Organizzazioni sindacali in merito all’incremento dell’indennità riconosciuta a tale figura, fermo restando che l’Allievo, nel periodo in cui è a bordo, svolge attività di formazione e addestramento”.
Le gravi difficoltà che la carenza di lavoratori marittimi sta creando per l’attuale stagione estiva interessano soprattutto i servizi di cabotaggio e in particolare l’operatività delle navi traghetto. “Degli oltre 1.100 marittimi di cui le compagnie di navigazione soffrono la carenza circa 1.000 non sono Ufficiali, ma marittimi abilitati di macchina, operai meccanici, motoristi, ottonai, elettricisti, marinai, fino ad arrivare a una quota molto consistente (oltre 500) di personale di camera (camerieri, garzoni e piccoli di camera) e cucina (cuochi equipaggio e piccoli di cucina). Tale situazione è determinata da molteplici fattori, a seconda delle figure professionali: ad esempio la carenza di qualifiche specialistiche di macchina o quella del cuoco equipaggio è chiaramente dovuta a requisiti di accesso alle suddette figure ormai totalmente superati e alla mancanza di specifici corsi di formazione che non consentono, quindi, il normale ricambio generazionale dei lavoratori marittimi che, nel tempo, vanno in pensione. Per le altre figure, in particolare quelle che svolgono a bordo i cosiddetti servizi di camera, il fenomeno che ci troviamo di fronte in questi giorni è estremamente complesso e i fattori che lo stanno determinando sono molteplici”.
Due quelli che Gavarone e d’Amico richiamano esplicitamente: “Da un lato, l’aumento del numero di traghetti entrati in esercizio negli ultimissimi anni ha determinato un maggior fabbisogno da parte delle compagnie di navigazione di tali figure professionali, e dall’altro, la forte ripartenza del turismo ha comprensibilmente portato tanti marittimi a scegliere occupazioni a terra. L’effetto combinato di questi due fattori sta contribuendo in maniera molto significativa all’ampliamento del divario fra domanda e offerta”.
Senza tirare in ballo – a differenza di tanti colleghi – l’insostenibile argomento dei sussidi reddituali alla povertà quale causa della penuria di lavoratori marittimi, Gavarone e d’Amico ne individuano invece due concrete e tangibili. Ma non si avventurano su una terza, che, in un’economia di mercato, attiene al principale strumento di equilibrio di domanda e offerta di un bene, vale a dire il suo prezzo. Cioè, nel mercato del lavoro, la retribuzione.
Il che, naturalmente, si riflette sulle vie d’uscita individuate dai due manager: “Sarebbe, dunque, importante rimuovere tutte le attuali barriere, normative e operative, all’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro marittimo. Oltre all’agognata riforma del collocamento della gente di mare (compreso l’aggiornamento dei requisiti di accesso alle figure professionali), occorre sostenere economicamente i giovani che vogliono intraprendere le carriere del mare finanziando almeno in parte i corsi basic training necessari per imbarcare a bordo delle navi, sulla falsa riga di quanto si sta facendo con il ‘buono patente’ per gli autotrasportatori. Tutte queste iniziative, se messe in campo in tempi rapidi, potrebbero generare, già nel giro di pochi mesi, nuova occupazione marittima italiana. Per risolvere nell’immediato l’emergenza di quest’estate evitando il fermo delle navi e i conseguenti forti disagi soprattutto nei collegamenti con le isole non resta, invece, altra via che consentire temporaneamente alle compagnie di navigazione che dimostrano di aver effettuato, senza successo, le chiamate ai collocamenti della gente di mare – previo nulla osta delle Organizzazioni sindacali – l’imbarco di quote di marittimi extra-UE sui traffici di cabotaggio. Per un’industria mobile come quella marittima la flessibilità è elemento indispensabile per garantire l’operatività delle navi”.
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