Deserta la gara per la maxi nave oceanografica maggiore della Marina Militare
Per la realizzazione di questa nuova costruzione il budget messo a disposizione era di 259 milioni di euro
Nessuna offerta è arrivata all’indirizzo della Direzione degli Armamenti Navali della Difesa per la costruzione della Niom, la nuova maxi nave oceanografica della Marina Militare destinata a prendere il posto dell’ammiraglia Magnaghi, unità del 1974 giunta al capolinea della sua vita operativa, e per la fornitura del relativo supporto logistico.
A rendere noto l’esito della procedura è un avviso pubblicato sulla Gazzetta Europea. Da rilevare che alla stazione appaltante risultano comunque essere arrivate diverse richieste di chiarimenti, segno che nei sette mesi in cui la gara è rimasta aperta questa ha comunque suscitato l’interesse di alcuni operatori.
Per la realizzazione di questa nuova maxi unità il budget messo a disposizione era di 259 milioni di euro (di cui 9,06 non soggetti a ribasso perché relativi a oneri per la sicurezza), ripartiti per i sei lotti che componevano la gara. Un importo consistente benché ridimensionato rispetto a quello fissato inizialmente (pari a 281 milioni di euro) e in parte finanziato dalla Banca Europea per gli Investimenti (che per questa unità e altre due minori aveva garantito fondi per 220 milioni di euro). Da vedere se ora la Difesa riterrà di tornare sui suoi passi e, nel caso di una nuova gara, incrementare il budget disponibile.
Per il resto, il bando per la realizzazione della Niom fissava come requisiti della nave la presenza di sistemi DP 2, una lunghezza fuori tutto di 105 metri, una larghezza di 18, con dislocamento di 5.000 tonnellate, propulsione full electric, velocità massima di 15 nodi, autonomia di 7.000 miglia (a 12 nodi), e una presenza di 145 posti letto, nonché di diverse gru (di cui una offshore da 190 tonnellate). La nave– che sarà gestita dall’Istituto Idrografico della Marina Militare, con sede a Genova – avrà il compito di “assicurare senza soluzione di continuità l’assolvimento dei compiti istituzionali afferenti al Servizio Idrografico nazionale” che le sono direttamente attribuiti, permettendo inoltre all’Italia di “accrescere le proprie capacità di ricerca e esplorazione in nuove regioni del mondo, quale quella artica […] e la possibile apertura di nuove rotte commerciali”, attività per svolgere le quali dovrà essere in grado di operare a -20°. In aggiunta la nave dovrà svolgerà attività di aggiornamento della cartografia nautica e in generale a supporto della comunità scientifica sia nazionale, sia internazionale ovvero per conto dell’International Hydrographic Organization (Iho).
F.M.
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