I conti di Fincantieri tornano in rosso e il gruppo sceglie di concentrarsi sul business navale
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha comportato difficoltà nel reperimento dei materiali ferrosi, un incremento delle tariffe di energia e gas, oltre che dei costi di trasporto e delle polizze assicurative nell’area del Mar Nero per la movimentazione dei tronconi dalla Romania all’Italia
I risultati finanziari di Fincantieri nel primo semestre del 2022 sono tornati in rosso. Il gruppo triestino ha reso noto che nel periodo gennaio giugno i ricavi e proventi sono stati pari a 3,5 milardi di euro (+16% rispetto alla prima metà del 2021), “in linea con le previsioni di sviluppo dell’attuale portafoglio ordini”, l’Ebitda è stato positivo per 90 milioni (era di 219 milioni nel primo semestre 2021), l’Ebitda margin è sceso al 2,6% (dal 7,2%) e il risultato netto del periodo mostra una perdita di 234 milioni (rispetto a un minimo utile di 7 milioni nei primi sei mesi del 2021) dopo aver scontato oneri estranei alla gestione ordinaria e non ricorrenti per 156 milioni di euro.
Più nel dettaglio l’azienda spiega che “la perdita risente (i) degli esiti di una review strategica delle commesse nel settore delle infrastrutture, (ii) della valutazione degli effetti dei maggiori prezzi delle materie prime sui costi a vita intera delle commesse nel settore Shipbuilding, (iii) della svalutazione di alcuni attivi finanziari, oltre che (iv) della svalutazione dell’avviamento della controllata norvegese Vard e della controllata Usa Fincantieri Marine Group”.
A proposito invece del decremento dell’Ebitda margin (passato dal 7,2% al 2,6%) Fincantieri fa sapere che è stato “influenzato negativamente dalla riduzione di marginalità del settore infrastrutture a causa dei maggiori costi emersi a conclusione di attività progettuali, acuiti dagli effetti cambio sfavorevoli e dai prezzi dei materiali di costruzione registrati nei primi mesi del 20222. Oltre a ciò il gruppo “segnala inoltre la svalutazione dei lavori in corso (come da principio IFRS9), per riflettere la valutazione aggiornata del rischio controparte di un armatore cruise a seguito del mancato ritiro di una nave la cui consegna è stata posticipata dal mese di luglio al quarto trimestre di quest’anno (potrebbe trattarsi della Resilient Lady di Virgin Voyages, ndr). Questi effetti, unitamente all’incremento dei prezzi delle materie prime, in particolare dell’acciaio, sono stati solo in parte compensati dagli efficientamenti dei processi gestionali, frutto anche degli investimenti effettuati negli ultimi anni”.
La Posizione finanziaria netta è a debito per poco meno di 3,3 miliardi (era di 2,2 miliardi al 31 dicembre scorso), mentre il carico di lavoro complessivo prevede la costruzione di 113 navi di cui “Backlog: euro 24,1 miliardi e 93 navi in consegna fino al 2029” e “Soft backlog: ca. euro 10,5 miliardi”. Nella prima metà dell’anno in corso consegnate 8 navi da 5 stabilimenti e altre di 5 navi da crociera sono previste in consegna nella seconda metà del 2022.
Nella semestrale si sottolineano anche i “primi segnali di ripresa nel settore cruise: nel solo mese di luglio firma di un Memorandum of Agreement per due navi cruise alimentate a idrogeno (per Msc, ndr) e un contratto per una unità cruise extra-lusso (per Four Seasons Hotel & Resorts, ndr)”.
L’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, ha commentato questi risultati spiegando che “l’andamento economico del secondo trimestre è stato negativamente caratterizzato da una review strategica sul portafoglio di business non core, dagli effetti sui prezzi delle materie prime conseguenti alla guerra russo-ucraina, e da altre partite non ricorrenti”. Oltre a ciò ha aggiunto: “L’azienda nei prossimi mesi perseguirà una sempre maggiore concentrazione sul core business dello Shipbuilding indirizzando la crescita attesa nel settore militare e la ripartenza del settore crociere; tale percorso sarà anche caratterizzato da una grande focalizzazione su nuove soluzioni digitali e green che aumentino nel tempo la ‘distintività’ della grande leadership di Fincantieri nell’industria internazionale della navalmeccanica. Ugualmente il gruppo perseguirà con sempre maggiore attenzione progetti industriali mirati alla eccellenza operativa dei propri cantieri in Italia e all’estero oltre a dedicare massima cura allo sviluppo del proprio rilevante capitale umano”.
Al capitolo ‘Evoluzione prevedibile della gestione’ si legge che “le ostilità tra Russia e Ucraina hanno comportato per il Gruppo difficoltà, in particolare in Europa, nel reperimento dei materiali ferrosi, un incremento delle tariffe di energia e gas naturale, oltre che dei costi di trasporto e delle relative polizze assicurative, in particolare nell’area del Mar Nero per la movimentazione dei tronconi/ sezioni dalla Romania all’Italia”.
Al netto di un ulteriore possibile deterioramento dello scenario macroeconomico, “Fincantieri si attende di riuscire a garantire, nel corso dell’anno, il pieno regime produttivo che consentirà una crescita dei ricavi a livelli superiori a quelli del 2021 e si attende un miglioramento nel secondo semestre della marginalità di Gruppo, sebbene a livelli ancora inferiori a quelli del 2021”.
l nuovo indirizzo strategico di Fincantieri “dovrà da un lato contribuire ad abbassare il profilo di rischio delle attività del Gruppo, e dall’altro consentire di affrontare con maggiore focalizzazione le sfide che i mercati e le condizioni ambientali perturbate impongono”.
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