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Il traghetto Pietro Novelli noleggiato per trasferire migranti da Lampedusa
La nave di Caronte & Tourist ha già iniziato a fare la spola con la Sicilia per alleggire le strutture di accoglienza
“Il ministero dell’Interno ha noleggiato un traghetto, il Pietro Novelli, che farà la spola, 3 volte a settimana, per trasferire i migranti ospiti dell’hotspot”. Ad annunciato, subito dopo aver incontrato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, è stato il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino.
Il primo cittadino, insediatosi a metà giugno, nei giorni scorsi aveva chiesto alla Prefettura di Agrigento e al ministero dell’Interno di predisporre, per tutto il periodo estivo, una nave umanitaria al fine di alleggerire la presenza di migranti nei centri d’accoglienza.
“Con una nave umanitaria, così come succedeva con le navi quarantena, riusciremo a tamponare, almeno durante l’estate il sovraffollamento della struttura d’accoglienza” aveva spiegato infatti Mannino. “Si eviterebbero scene di degrado, rischi per la salute e non saremmo in perenne emergenza hotspot”. Così effettivamente è stato e il traghetto Pietro Novelli (del gruppo Caronte & Tourist) rimarrà in servizio, tre volte a settimana appunto, per tutto il mese di agosto e settembre. Dovrebbe imbarcare, ad ogni viaggio, circa 500 persone.
Questa nave, che già in passato ha fatto la spola per trasferire turisti e merci fra Porto Empedocle e le isole Pelagie, è pronta a entrare in servizio per questo nuovo impiego temporaneo. Il primo viaggio prevede il trasferimento di 200 migranti che, scortati dalla Polizia, hanno lasciato l’hotspot di contrada Imbriacola per arrivare a Mazara del Vallo (Trapani).
Oltre al traghetto Pietro Novelli anche la nave Diciotti della Guardia Costiera è a Lampedusa per imbarcare 600 migranti; un centinaio, invece, quelli imbarcati sui traghetti di linea. A lavorare al piano di trasferimenti urgenti è la Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale.
Con questo sistema dovrebbero essere garantite trasferimenti celeri e continuativi evitando il rischio di sovraffollamento delle strutture d’accoglienza.