Eni alla ricerca di un servizio di antinquinamento marino per il suo offshore italiano
Ha un importo complessivo di 10,738 milioni di euro il bando lanciato da Eni per cercare operatori disposti a effettuare il servizio di antinquinamento marino a chiamata nei pressi delle sue attività offshore, nonché in alcuni “specchi d’acqua interni”, non precisati meglio. La procedura negoziata approntata dal gruppo è suddivisa in due lotti. Il primo, […]
Ha un importo complessivo di 10,738 milioni di euro il bando lanciato da Eni per cercare operatori disposti a effettuare il servizio di antinquinamento marino a chiamata nei pressi delle sue attività offshore, nonché in alcuni “specchi d’acqua interni”, non precisati meglio.
La procedura negoziata approntata dal gruppo è suddivisa in due lotti.
Il primo, del valore di circa 8,453 milioni, è relativo alle attività del suo cosiddetto distretto centro-settentrionale ( che ruotano attorno alle basi di Ravenna e Ortona, ma anche a quelle di Brindisi e Crotone), mentre il secondo (2,285 milioni circa) a quelle, che fanno capo a Enimed, da svolgere facendo perno su Gela e riguardanti le piattaforme Perla, Prezioso e Gela 1. Per entrambi i contratti la durata prevista è di un anno, con una opzione di proroga di ulteriori 12 mesi.
Oltre a richiedere la messa a disposizione di squadre di specialisti, il bando tra le altre cose definisce anche punto per punto in quali casi attrezzature e navi saranno messe a disposizione dalla stessa Eni (ad esempio perché già disponibili presso le piattaforme) e in quali richieste all’aggiudicataria. La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al prossimo 30 settembre.
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