Agostinelli sogna per Crotone e Corigliano un futuro da porti per l’eolico offshore
Il presidente dell’ente portuale calabrese illustra i risultati di Gioia Tauro e gli obiettivi di tutti gli scali regionali puntando a nuovo sviluppo e occupazione
Dal palco del ‘Meeting dell’amicizia tra i popoli’ di Rimini il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ha parlato del livello di connettività del porto di Gioia Tauro e dei porti calabresi nel circuito del Mediterraneo, ma ha anche e soprattutto lanciato nuove idee per lo sviluppo di altri due scali calabresi, Corigliano Calabro e Crotone, come hub di produzione di parchi eolici off-shore.
Agostinelli, nella sessione “Mare Nostrum: il Mediterraneo, nuovo nodo di connessioni” – cui hanno preso parte Enrico Giovannini, ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili e i vertici di Toyota Motor Italia, Mercitalia Logistics, LeasePlan Italia, Aniasa, Fnm e Trenord – ha premesso che nel 2022 si è stabilizzata la fase di pieno sviluppo dell’intermodalità nei porti calabresi, grazie ai quotidiani collegamenti con gli hub intermodali di Bari, Nola, Padova e Bologna; tra gennaio e luglio il transito ha infatti registrato 423 treni e la previsione è di 900 convogli annui.
Sulla possibilità dei parchi eolici, partendo dall’importanza di programmare un futuro e occasioni di sviluppo, specie dal lato occupazionale, con il coinvolgimento come detto di Corigliano Calabro e Crotone, il presidente ha detto: “Consentitemi la suggestione visionaria. Considerando la geografia/orografia del paese e collegando fra loro molte delle missioni del Pnrr, stiamo immaginando che questi due porti minori possano diventare degli hub di produzione di parchi eolici off-shore (ce ne sono tre in attesa di autorizzazione in Puglia e Calabria, con possibilità di servirne ulteriori anche all’estero). Strutture avveniristiche e all’avanguardia, installabili anche ad alte profondità poiché dotate di un corpo sommerso che garantisce galleggiamento autonomo. Queste turbine, alte come la Tour Eiffel, sarebbero interamente costruite e assemblate nei porti calabresi e poi traslate via mare nei parchi di produzione”. “Se Gioia Tauro è l’occasione per immaginare la nostra Rotterdam, che da sud alimenta il nord, l’eolico off-shore di ultima generazione – ha proseguito Agostinelli – è l’occasione per garantire al sud un vantaggio energetico, creare una nuova filiera industriale, generare quantitativi enormi di energia rinnovabile e dare una opportunità irripetibile a un territorio, se pensate che Corigliano – per fare un esempio – è un porto moderno e da sempre abbandonato a sé stesso, una immensa, inutilizzata cattedrale nel deserto. Una scelta strategica, soprattutto in termini occupazionali: questi insediamenti comporterebbero, per singolo parco eolico off-shore, 200 lavoratori diretti nei 5 anni di produzione e 100 lavoratori diretti nei 25 anni successivi di gestione”.
Proseguendo nella sua relazione ha poi aggiunto: “La Calabria ha una portualità atipica rispetto a quella di tutta la penisola: grandi porti, artificiali e recenti – salvo Crotone nella sua parte vecchia e Vibo Valentia Marina -, sono sorti non per servire un tessuto produttivo diffuso seppur limitrofo, ma per alimentare distretti industriali specifici, che, per noti motivi, non si sono mai insediati”. Il presidente della port authority calabrese, con lo sguardo rivolto a Gioia Tauro, ha attribuito grande parte del merito di questo recente percorso di rilancio dello scalo ai terminalisti Mct (gruppo Msc) e Automar (gruppo Grimaldi) che con la loro attività ne fanno un hub di rilievo regionale mediterraneo operante nel panorama logistico internazionale.
“Gioia Tauro è il primo porto per connettività in Italia per fondali e per capacità di attrarre traffici containerizzati e automobilistici su navi più grandi di 401 Lft grazie al suo terminal contenitori, il più grande in Europa, di 1.700.000 mq.. Grazie alla cura delle sue infrastrutture ha fondali più profondi, banchine perfette e performanti, nessuna necessità impellente di dragaggio ed una nuovissima ferrovia portuale peraltro realizzata in un solo biennio” ha ricordato il presidente. “In pratica” – ha poi aggiunto – “offriamo il primo porto potenzialmente ‘Nordeuropeo’ capace di rifornire via ferrovia i distretti industriali del paese. Resta da decidere se potenziare la capacità di portare container via ferro da Gioia Tauro al resto d’Italia realizzando l’alta capacità ferroviaria, cosa di cui purtroppo non si potrà parlare prima del 2030”.
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