Il futuro del lavoro portuale secondo Becce (Psa)
Intervistato per promuovere un corso dell’Accademia della Marina Mercantile il manager parla della figura di Tecnico superiore per la gestione dei processi di automazione in ambito portuale
Tecnico superiore per la gestione dei processi di automazione in ambito portuale (business process officer). E’ questa la figura professionale del futuro nei porti italiani e alla quale l’Accademia Italiana della Marina Mercantile dedica un corso biennale post-diploma di alta formazione (le iscrizioni scadono il 5 settembre prossimo) per preparare tecnici specializzati con conoscenze, competenze e abilità adeguate a rispondere alle nuove esigenze legate all’industria 4.0, alo sviluppo dei porti e all’automazione dei terminal portuali.
“Siamo in una fase di fortissima trasformazione del lavoro portuale che sta sempre più diventando un lavoro come gli altri perdendo alcune forme di specificità, fatte salve esigenze di flessibilizzazione di orario operative e relative alle necessità produttive generate dal flusso dele navi. I cicli e i processi lavorativi sono sempre più standardizzati, al di là dell’automazione che è ancora di là da venire su molte attività” spiega Luca Becce, direttore human resources per il gruppo terminalistico Psa in Italia, intervistato dalla stessa Accademia per presentare il corso.
Riconoscendo il fatto che è in atto “un processo di digitalizzazione dei processi e delle attività che è estremamente avanzato” Becce risponde così alla domanda su quale sia il futuro del lavoro portuale: “Abbiamo bisogno di avere figure professionali in grado di recepire nuovi linguaggi. Un profilo in grado di connettere vari aspetti della nostra attività operativa, dell’Information technology (IT), la conoscenza dei processi lavorativi. Una persona che entra con uno skill di questo tipo e lo implementa con l’esperienza quotidiana ha sicuramente di fronte a sè una prospettiva di crescita che può portarlo ad avere risultati anche molto gratificanti”.
Il manager di Psa conclude spiegando che quello portuale è un lavoro “vario, non ripetitivo e molto sfidante. Un lavoro che si deve basare molto sulla capacità individuale di confrontarsi con problemi nuovi, spesso non prevedibili. Un lavoro che consente di acquisire basi professionali spendibili nella propria vita lavorativa. Se anche la persona poi, dopo un certo peridoo di tempo, avesse voglia di sperimentare altri ambiti, acquisisce una base di capacità e professionalità che sicuramente lo rende appetibile anche per altre attività”.
I terminal italiani partner di questo corso promosso dall’Accademia sono Vado gateway, Imt Messina, Psa Sech, Psa genova Pra’, Terminal San giorgio e Hhla Plt Italy.
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