Container: contratti a lungo termine ancora alti nonostante la discesa dei noli spot
Nuovo forte declino (-5%) delle tariffe per l’invio di un container da 40′ da Shanghai a Genova, ora pari a 7.971 dollari
Nonostante il crollo osservato sul mercato spot (confermato anche dalle ultime rilevazioni di Drewry), gli importi medi per i contratti di trasporto container via mare di lungo periodo continuano a viaggiare su livelli sostenuti e solo ora si inizia ad assistere a loro declino, non è chiaro quanto duraturo.
Quest’oggi la società di analisi ha diffuso un report dal quale emerge un calo del 4% sulle tariffe spot globali (per un importo medio di 5.562 dollari per l’invio di un box da 40’).
In questo quadro, è di rilievo il nuovo declino delle tariffe sulla tratta Shanghai – Genova, ora pari a 7.971 dollari (inferiori del 41% a quelle di un anno fa) per via di una flessione del 5%, identica a quella che si osserva sulla Shanghai – Rotterdam (ora a 7.583 dollari). Ancora più impressionante è il calo della rotta Shanghai – Los Angeles, che ora ‘costa’ 5.562 dollari, il 9% in meno rispetto alla scorsa settimana.
In questo scenario, un’altra società di analisi specializzata in spedizioni marittime, ovvero Xeneta, ha comunicato di avere iniziato a osservare solo ora un abbassamento degli importi pattuiti nei nuovi contratti di trasporto di lungo periodo, dopo anzi avere riscontrato un loro ulteriore aumento ad agosto. Nel mese il loro livello è risultato infatti in aumento del 4,1% rispetto a luglio, con importi medi superiori di ben il 121,2% a quelli di un anno prima. Un fenomeno fisiologico, dato che questi accordi vanno a prendere il posto di altri che erano stati stretti molto tempo fa, quindi con tariffe decisamente più basse.
I volumi però sono ora “sono in calo e, come previsto, i noli di lungo termine iniziano a seguire l’andamento del mercato spot” ha dichiarato l’amministratore delegato di Xeneta Peter Berglund. Tuttavia, la società di analisi norvegesi ha preferito elencare una serie di fattori che potranno incidere sull’andamento del settore nel medio-lungo periodo piuttosto che sbilanciarsi azzardando una previsione. Una “prospettiva economica incerta, continui problemi delle catene di approvvigionamento – incluse le iniziative sindacali verificatesi o minacciate nei principali porti di Germania, Regno Unito e Stati Uniti –, i lockdown in Cina per la politica zero Covid” nonché “crisi esacerbate dai cambiamenti climatici”, quali quella dei “bassi livelli d’acqua” vista sul Reno sono i fattori da tenere sotto osservazione che potrebbero mettere in difficoltà la tenuta ‘a prova di bomba’ degli outlook del grandi liner globali.
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