Niente Via per il potenziamento del porto di Barletta
Il progetto da 25 milioni di euro dell’Adsp barese non sarà sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale
Il Ministero della Transizione Ecologica ha decretato ieri la non assoggettabilità dell’opera “Lavori di prolungamento dei moli foranei del porto di Barletta” alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Nel riprendere la notizia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, proponente il progetto, ha ricordato che “l’intervento mira a ridurre drasticamente il fenomeno dell’insabbiamento della imboccatura e dell’intero bacino portuale; a potenziare notevolmente i parametri di sicurezza delle navi all’ormeggio e a migliorare la navigabilità”. E che, con la decisione del Mite “si accelerano, pertanto, i tempi per la realizzazione dell’opera. Il Dipartimento Tecnico dell’Ente, infatti, convocherà, già tra una decina di giorni, la Conferenza di Servizi che si chiuderà entro l’anno in corso; nei primi mesi del prossimo anno, invece, dopo l’indizione di una gara di appalto integrato per la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’opera sarà avviato il cantiere”. “In linea con la nostra vision strategica che prevede una infrastrutturazione ecosostenibile e biocompatibile dei porti del nostro Sistema, abbiamo progettato un intervento in grado di potenziare sensibilmente lo scalo portuale, in termini di funzionalità e di sicurezza, senza produrre alcun impatto sull’ambiente” ha commentato il presidente dell’Adsp Ugo Patroni Griffi. Anzi. “Come rilevato dallo stesso MITE, le opere genereranno certamente un’azione complessivamente positiva, non solo nell’immediato, ma anche nel lungo periodo. Infatti, quando i moli entreranno a regime sarà favorito il trasporto intermodale delle merci, un sistema che notoriamente contribuisce alla riduzione delle emissioni di biossido di Carbonio (CO2), generando rilevanti effetti positivi sulla qualità dell’aria”.
Gli interventi previsti nella progettazione tecnico funzionale sono: Allungamento del Molo di Tramontana di circa 500 m in modo da raggiungere la lunghezza complessiva di 805 m prevista dal Piano Regolatore Portuale vigente; Prolungamento del Molo di Levante di circa 140 metri; Escavo della zona retro-portuale, fino a 9,50 metri rispetto al livello del mare, estendendola leggermente verso la nuova imboccatura e verso il Molo di Levante, al fine di rendere più sicura la navigazione all’interno del porto, specie in condizioni meteo marine sfavorevoli.
“Il progetto – ha evidenziato infine l’Adsp – non prevede la realizzazione del moletto o martello previsto dal PRP in quanto non coerente con l’ampliamento dell’area da dragare, né funzionale alla nuova configurazione della imboccatura. Dalle analisi condotte sul ricambio idrico del bacino portuale, infine, si può ritenere che rispetto alla configurazione attuale, il layout di progetto non comporterà notevoli modifiche del tempo di ricambio. La riduzione dell’insabbiamento dell’imboccatura del porto, inoltre, determinerà, nel tempo, una minore necessità di interventi di dragaggio dei fondali. L’importo previsto dell’opera è di circa 25 milioni di euro”.
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