Piattaforma Europa: un anno di ritardo e 70-80 milioni di costi ulteriori
L’Adsp di Livorno costretta a rivedere il progetto: i fanghi del dragaggio non possono essere usati per il ripascimento e la vasca di colmata andrà ampliata
Si allunga di un anno l’orizzonte temporale della realizzazione delle opere marittime di difesa e dei dragaggi della Piattaforma Europa di Livorno, l’appalto da quasi 380 milioni di euro aggiudicato sul finire del 2021 dall’Autorità di Sistema Portuale di Livorno (rectius dal suo presidente Luciano Guerrieri nella veste di commissario ad hoc per l’opera), i cui lavori sarebbero dovuti partire entro fine 2022.
A pronosticarlo, in un’intervista alla Gazzetta Marittima in cui gli si chiedeva appunto conto dell’ancora mancato avvio del cantiere, è stato il segretario dell’Adsp toscana, Matteo Paroli. In sostanza, ha spiegato Paroli, precisando che solo al commissario compete una valutazione puntuale dello slittamento, le analisi dei fanghi da dragare hanno rivelato che, pur ecotossicologicamente compatibili, essi non sono compatibili (a livello granulometrico e per la presenza di microorganismi) con la funzione di ripascimento originariamente pensata (da cui le ulteriori analisi commissionate dall’ente a fine giugno), sicché occorrerà conferirli in vasca di colmata, che andrà quindi ampliata rispetto al previsto. Da qui l’adeguamento tecnico funzionale, anch’esso disposto a fine giugno e affidato a Modimar. Gli elaborati sono stati predisposti rapidamente, ma la pratica è ancora sub iudice del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che ha chiesto integrazioni cui Adsp sta provvedendo.
Passaggio prodromico alla Valutazione di Impatto Ambientale (che a tutt’oggi risulta ancora in sospeso), con conseguente slittamento dell’avvio dei lavori e, ovviamente, dell’emanazione del bando per la realizzazione/gestione dei terminal da creare sui nuovi piazzali, che pure Guerrieri sperava di pubblicare entro fine anno. Sicché, restando alle opere marittime propedeutiche, ai giorni calcolati in sede di contrattualizzazione (90 per il progetto esecutivo, 270 per le bonifiche e 1.700 per i lavori veri e propri) se ne aggiungeranno secondo la stima di Paroli circa altri 365.
Non è tutto, perché la novità inciderà non solo sulla tempistica, ma anche sulla copertura finanziaria. L’adeguamento del progetto, anche in ragione del rincaro dei costi dei materiali edili legato alla congiuntura internazionale, comporterà infatti un aumento dei costi. Per il segretario generale significano 40-45 milioni di euro in più, ma il conto dell’aggravio complessivo rispetto alla cifra appaltata è destinato a salire a 70-80 milioni perché nel frattempo si è manifestata anche la problematica congiunturale dell’aumento dei costi dei materiali edili, risorse “che almeno in parte – ha detto Paroli – cercheremo di coprire con il nostro bilancio”. La coperta comincia infatti a farsi corta: per l’opera la struttura commissariale dispone di 450 milioni di euro (200 messi dalla Regione, 200 messi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e 50 provenienti dal Cipe), sicché il rincaro rischia di sforare e prosciugare le somme rimaste a disposizione dopo l’aggiudicazione dell’appalto: “Ma l’Adsp, destinataria finale dell’infrastruttura, ha gli strumenti per fare la sua parte, laddove le istituzioni finora impegnatesi non dovessero provvedere a dotare delle risorse mancanti il commissario”.
A.M.
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