Assarmatori saluta con favore la riforma del Registro Internazionale
Per il presidente Stefano Messina necessario a questo punto rendere, attraverso la semplificazione, più competitiva la bandiera italiana per evitare il flagging out verso i registri europei
Come era prevedibile, il primo commento all’inserimento da parte del Governo della riforma del Registro Internazionale delle navi nel Decreto Aiuti ter è l’apprezzamento espresso da Assarmatori.
“La lettura della bozza del Decreto Aiuti ter è fonte di grande soddisfazione, perché permetterebbe di rispondere in maniera positiva a quanto richiesto da una Decisione della Commissione Europea che risale al giugno 2020” ha commentato il presidente Stefano Messina sottolineando “l’importante lavoro svolto dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, dalla Direzione Generale per il Trasporto Marittimo e in questa delicata fase dagli uffici della Presidenza del Consiglio”.
Come svelato da SHIPPING ITALY, infatti, il Governo, dopo sei mesi di ponderazione, ha confermato sostanzialmente la linea adottata con le prime bozze, risalenti a marzo, che sposano la tesi di Assarmatori sul punto più controverso della riforma, vale a dire la disciplina dei redditi derivanti da attività accessorie al trasporto marittimo.
“Da più di 24 anni – ha aggiunto Messina – questo regime consente alle imprese di trasporto marittimo di essere in grado di competere, sviluppando investimenti, mantenendo e creando ulteriore occupazione italiana e contribuendo alla crescita del sistema Italia. La sua estensione permette il consolidamento e probabilmente il rafforzamento di questo importante settore dell’economia italiana. Per questo ci auguriamo che questa bozza diventi legge dello Stato così da allineare il nostro oramai collaudato strumento di sostegno alle regole dettate dalla Unione Europea”.
Secondo Assarmatori, non deve poi essere dimenticata l’esigenza oramai impellente di un’urgente semplificazione del sistema regolatorio settoriale: “Occorre rendere la bandiera italiana competitiva rispetto a quelle esistenti negli altri Paesi dell’Ue. Questo scongiurerebbe il pericolo che il nuovo strumento crei i presupposti per un flagging out a favore dei registri della Unione” ha concluso Messina.
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