Grimaldi dirotta da Livorno a Civitavecchia una nave esordendo alla banchina 29
L’Adsp laziale approfitta dello switch per celebrare l’esordio di una car carrier presso il nuovo accosto ma sullo sfondo s’intravedono tensioni sindacali a livello nazionale
“Primo importante ormeggio alla banchina 29 del porto di Civitavecchia. Questa mattina alle ore 10.00 il porto di Roma ha accolto per la prima volta la car carrier Grande Spagna del gruppo Grimaldi con a bordo 2.650 autovetture in polizza e 100 mezzi pesanti. La Grande Spagna è arrivata a Civitavecchia, dopo che originariamente era destinata al porto di Livorno”.
A darne notizia è stata l’Autorità di Sistema Portuale dei porti laziali celebrando “il lavoro congiunto di Autorità di Sistema Portuale, della Capitaneria di Porto, degli ormeggiatori e dei piloti”. Un lavoro che consente di testare per questa merceologia un’opera da poco completata e prossima alla messa a gara da parte dell’ente: “Per la banchina 29 si tratta della prima prova di ormeggio per car carrier, destinate principalmente alla banchina 26 che, pertanto, può essere utilizzata per accogliere anche altre navi commerciali. Doppiamente importante, quindi, l’operatività dell’attracco, che contribuisce all’obiettivo di ampliare la ricettività del porto”.
Da entrambe gli enti portuali nessuna informazione ulteriore sull’ipotesi di diversi addetti ai lavori che Grimaldi abbia dirottato la nave a causa dello sciopero in atto in Toscana. Di certo – lo hanno confermato a SHIPPING ITALY i vertici delle organizzazioni sindacali confederali di Livorno, impegnate da giorni in una dura quanto solitaria vertenza nello scalo – lo switch della Grande Spagna a Civitavecchia era notizia ancora stamane inedita sulle banchine toscane, per quanto su quelle laziali – a lavorare sulla nave sono l’impresa portuale Cilp (art.16) con gli uomini della Compagnia Portuale (art.17) – si rintuzzi l’inevitabile sospetto di una dimenticata solidarietà sindacale spiegando che il cambio di destinazione era programmato da tempo.
Come lo sciopero livornese d’altro canto. Uno sciopero imponente per mobilitazione, ma vissuto nella più gelida indifferenza delle altre segreterie portuali di peso e nel silenzio ancor più rimbombante di quella nazionale. Un’eco sorda ad accompagnare una piattaforma rivendicativa ad alzo zero e una posizione durissima del sindacato toscano. Motivate da quest’ultimo con la peculiare e particolarmente degradata situazione del lavoro sulle banchine labroniche, ma vissute altrove con fastidio.
Comprensibilmente sul fronte datoriale, dove – reduci da decenni di lotte sindacali all’acqua di rose – non si è mancato di rimarcare una presunta indebita sproporzione fra le iniziative assunte e la portata di una vertenza da tanti ritenuta affaire in larga parte del gruppo Grimaldi e del terminal Sdt. Ma pure su quello sindacale, dove l’infastidito silenzio di cui sopra parrebbe riferibile all’imminente tornata elettorale in seno alla Filt-Cgil per la sostituzione del segretario generale Natale Colombo.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY