Cantieri del Mediterraneo perde la speranza di un risarcimento milionario
Il Consiglio di Stato conferma quanto statuito dal Tar sui rapporti fra il concessionario dei bacini di carenaggio di Napoli e l’Adsp partenopea: respinta la richiesta di ristoro da oltre 18 milioni
Erano “obbligazioni di mezzi” e “non obbligazioni di risultati” e in quanto tali l’aver imbastito le procedure per conseguire l’obiettivo previsto è sufficiente a considerarle assolte, a prescindere dall’esito finale.
In estrema sintesi si può riassumere così la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha confermato quanto deciso dal Tar di Napoli a inizio 2020, quando i giudici partenopei respinsero il ricorso di Cantieri del Mediterraneo, concessionaria dal 2004 di aree e strutture pubbliche destinate alle riparazioni navali nello scalo partenopeo. Al centro della lite c’è un accordo del 2007 con cui le parti rividero i rispettivi impegni. Secondo Cantieri del Mediterraneo l’ente non vi avrebbe adempiuto nei tempi previsti, causandole un danno di 18,5 milioni di euro per il solo periodo 2010 – 2015.
“Secondo il giudice di prime cure lo scarso livello di dettaglio degli impegni assunti dall’Autorità Portuale consentiva di qualificare detta convenzione come un accordo – quadro, in cui il vincolo dell’Ente concedente è qualificabile come obbligazione di mezzo e non di risultato, poiché l’impegno assunto riguardava non la realizzazione degli interventi programmati, ma il compimento di attività propedeutiche determinate (adozione di procedimenti amministrativi volti al reperimento di risorse e indizione di procedure di evidenza pubblica per l’affidamento dei lavori)” hanno pochi giorni fa ricostruito i togati del Consiglio di Stato sposando le tesi dei colleghi del primo grado.
A tale conclusione, come due anni e mezzo fa, portano “la mancata previsione di termini per l’adempimento” delle obbligazioni assunte dall’ente e la “mancata previsione di sanzioni per la violazione degli impegni pattiziamente assunti”.
Il consiglio di Stato ha anche passato in rassegna uno per uno i presunti inadempimenti ascritti da Camed all’Autorità portuale, evidenziando tuttavia come in nessuno dei casi fossero riscontrabili responsabilità univoche dei ritardi ascrivibili all’ente. A Camed, tutt’oggi concessionaria del compendio delle riparazioni del porto di Napoli, è stata se non altro riconosciuta la compensazione delle spese di giudizio.
A.M.
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